di Davide Foa
E alla fine non se ne è fatto niente. La mozione, che la federazione palestinese aveva presentato alla FIFA per sospendere la federazione israeliana dal campionato, è stata abbandonata dagli stessi palestinesi. Venerdì 28 maggio, giorno previsto per la discussione della mozione al congresso della FIFA, Jibril Rajoub, rappresentante del calcio palestinese, ha deciso di rinunciare alla sua mozione contro il calcio israeliano. Lo stesso Rajoub ha però precisato che “la Palestina non intende far cadere completamente la sua proposta, ma semplicemente sospenderla”, come riporta Times of Israel.
Una mozione, quella di Rajoub, che da tempo spaventava il calcio israeliano, preoccupato di non poter più partecipare ad eventi Fifa, quindi al calcio internazionale.
Le prime avvisaglie erano arrivate direttamente dal presidente Uefa Michel Platini, due mesi fa. Per passare, la proposta avrebbe dovuto ottenere 156 voti sui 209 del congresso. Per altro, Israele poteva contare sul supporto dell’Uefa (54 voti) e di altre federazioni calcistiche. Decisiva sarebbe stata la pressione su Rajoub di molti colleghi, spaventati da un’esclusione di Israele dal calcio internazionale.
Rajoub, dopo aver annunciato il decadimento della mozione, ha comunque sottolineato tre questioni da risolvere: la difficoltà di spostamento all’interno del territorio per i giocatori palestinesi, le discriminazioni nei loro confronti e infine l’esistenza di cinque squadre israeliane nella West Bank che, secondo Rajoub, devono essere interdette per il loro razzismo.
Dopo Rajoub, ha quindi preso la parola Ofer Eini, rappresentante del calcio israeliano. Eini, esprimendo soddisfazione per la caduta della mozione, ha dichiarato di essere disponibile per una collaborazione con Rajoub, sottolineando però la necessità di “non mischiare il calcio con le questioni politiche”.
Un concetto quest’ultimo, ribadito da Sepp Blatter, neo-rieletto presidente Fifa nonostante il terremoto giudiziario che ha coinvolto gran parte dei suoi collaboratori e che ha portato all’arresto di numerosi dirigenti.
Il presidente Fifa, la settimana scorsa, aveva fatto visita a Netanyahu in Israele; il premier israeliano aveva allora definito lo sport “un veicolo per l’amicizia tra i paesi” aggiungendo che “la Fifa sarebbe stata distrutta da una sua politicizzazione”.
Israele può ora far valere una sua proposta in quattro punti per risolvere le questioni con il calcio palestinese. Una sorta di compromesso che vorrebbe facilitare lo spostamento dei giocatori palestinesi e supportare lo sviluppo del calcio palestinese, sostenendo la costruzione di stadi e impianti sportivi. Israele ha inoltre proposto la creazione di un comitato a tre (Israele-Autorità palestinese- Fifa) per risolvere le questioni di volta in volta.
Una proposta questa supportata a gran voce da Platini, ma non accettata da Rajoub. Per ora, possiamo accontentarci di una vigorosa stretta di mano.