di Nathan Greppi
Hanno fatto discutere le parole di Syksy Rasanen, membro del consiglio della divisione finlandese di Amnesty International, che lunedì 4 maggio ha attaccato la recente decisione del governo tedesco di mettere al bando Hezbollah sul proprio territorio e di inserirla nella lista dei gruppi terroristici.
Come riporta la rivista Algemeiner Rasanen, un fisico con all’attivo numerose attività antisraeliane, tra cui la pubblicazione di un libro intitolato Israeli Apartheid, ha scritto su Twitter che “la messa al bando di Hezbollah da parte della Germania è un perfetto affresco di come le liste dei terroristi siano uno strumento del potere politico.” Ha continuato insinuando che, così come Hezbollah ha dichiarato di voler cancellare Israele, questa ha fatto lo stesso con la Palestina.
A dire il vero,” ha continuato, “vi è la differenza che la maggior parte dei partiti israeliani ha davvero portato avanti l’eliminazione della Palestina, non l’ha solo chiesto. Eppure il Likud, Yesh Atid, Shas, i laburisti ecc. vengono considerati partner dalla Germania e dall’UE, anziché essere identificati come terroristi.”
Non sono mancate reazioni alle sue parole: Hillel Neuer, direttore della ONG UN Watch, ha condiviso il tweet di Rasanen commentando: “Salve @amnesty, nell’invettiva qui sotto il vostro consigliere in Finlandia è apertamente schierato con Hezbollah, che ha avuto un ruolo chiave nell’uccisione di 500.000 siriani. Giusto per vostra informazione.” Ha aggiunto che “ho l’impressione che ci sia uno schema perverso nel vostro sostegno a terroristi, misogini, antisemiti e omofobi.”
Questa non è la prima volta che esponenti finlandesi di Amnesty International si ritrovano al centro di certe polemiche: nel settembre 2010, il suo direttore Frank Jonahsson aveva definito Israele “uno stato canaglia”. In seguito Jonahsson si è scusato con l’Ambasciatore israeliano in Finlandia, ma Amnesty si è rifiutata di prendere provvedimenti nei suoi confronti.