Francia, attacco alla sinagoga di La Grande-Motte: un dramma evitato per un soffio. Preso l’attentatore

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di Redazione
La mattina di sabato 24 agosto, la tranquillità della cittadina francese di La Grande-Motte, vicino a Montpellier, è stata scossa da un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze tragiche. Un’esplosione violenta causata da una bombola di gas, ha provocato un incendio di fronte alla sinagoga Beth Yaacov, mettendo in pericolo non solo l’edificio religioso, ma anche le persone al suo interno. L’evento ha sollevato l’ennesimo allarme sul crescente antisemitismo in Francia. Ma non solo: Ricordiamo che, in Germania, nella serata di ieri c’è stato un altro attacco terroristico che ha provocato morti.

Nella serata di sabato l‘attentatore è stato localizzato nella tarda serata nella vicina città di Nimes, all’ultimo piano di un palazzo, e catturato. L’uomo, che ha agito a volto scoperto, si è dato alla fuga, ma in serata è stato localizzato in un palazzo di Nimes, all’ultimo piano.
Gli uomini dei reparti speciali e delle unità di elite del RAID sono intervenuti, aprendo il fuoco a più riprese. Ferito, è stato trasportato in ospedale, in condizioni non gravi.

Un’esplosione che poteva trasformarsi in tragedia

 

Poco prima delle 9 del mattino, l’esplosione ha scosso l’area circostante la sinagoga, dove erano parcheggiati due veicoli. Le fiamme hanno rapidamente avvolto le auto, danneggiando le porte dell’edificio religioso. All’interno, cinque persone, tra cui il rabbino, si sono trovate in pericolo, ma per fortuna nessuno è rimasto ferito. Tuttavia, un agente della polizia municipale, intervenuto per spegnere l’incendio, è stato ferito dall’esplosione ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale universitario di Montpellier.

Le autorità hanno agito prontamente. La Procura nazionale antiterrorismo ha immediatamente aperto un’indagine per tentato omicidio di stampo terroristico, confermando la gravità della situazione.

Un sospetto ripreso dalle telecamere

Le indagini sono subito partite con il piede giusto grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza. Un uomo è stato ripreso mentre si allontanava dal luogo dell’incendio, esibendo una bandiera palestinese e con delle bottiglie di plastica vuote in mano. Le immagini lo ritraggono chiaramente con una kefiah rossa e una polo blu, ma il dettaglio più inquietante è la possibile presenza di un’arma da fuoco.

L’identificazione del sospettato è ora una priorità per le autorità, che hanno lanciato una caccia all’uomo. Le circostanze e la simbologia legata all’episodio suggeriscono che non si tratta di un semplice atto vandalico, ma di un attacco premeditato con un chiaro intento di colpire la comunità ebraica.

La reazione delle istituzioni e della comunità

Le autorità francesi hanno reagito con fermezza. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, ha definito l’attacco «palesemente criminale» e ha disposto un immediato rafforzamento della sicurezza intorno ai luoghi di culto ebraici in tutto il Paese.  Anche il Primo Ministro, Gabriel Attal, ha espresso preoccupazione per la crescente ondata di antisemitismo, sottolineando che la Francia è scampata a una tragedia assoluta.

Il presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia (Crif), Yonathan Arfi, ha denunciato l’episodio come un tentativo deliberato di uccidere ebrei, evidenziando che l’uso di una bombola di gas in prossimità di una sinagoga non può essere considerato un atto casuale.

 

Una riflessione necessaria

L’attacco a La Grande-Motte si inserisce in un contesto di crescente tensione e di atti antisemiti in aumento. Il 2024 ha visto un’impennata preoccupante di questi episodi, triplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le cifre parlano chiaro: 887 atti antisemiti registrati nella prima metà dell’anno, contro i 304 del 2023. Questo incremento non può essere ignorato.

In un’epoca in cui l’odio sembra trovare nuovi mezzi di espressione, le istituzioni e la società civile continuano a sottolineare la necessità di una risposta altrettanto ferma e intransigente. Gli attacchi ai luoghi di culto non sono solo un attacco a una comunità specifica, ma alla coesione sociale e ai valori di convivenza pacifica che costituiscono il tessuto della società. Solo così sarà possibile contrastare efficacemente il dilagare di un antisemitismo che, ancora oggi, continua a minacciare le fondamenta della nostra democrazia.

 

(Foto: le fiamme e il fumo nella sinagoga e a destra l’attentatore. Fonte: telecamere di sorveglianza della sinagoga. In accordo con la clausola 27a della legge sul copyright)