Il Front National francese ha deciso l’espulsione del suo fondatore, Jean-Marie Le Pen. La decisione è stata presa per le dichiarazioni antisemite e negazioniste dell’87enne politico francese. Una decisione – spiegano dal Front National – presa «a maggioranza» dal Comitato esecutivo del partito, riunito a Nanterre.
Dal 2011 il Front National è guidato da Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie che non era presente all’udienza del comitato disciplinare del partito che ha deciso l’epulsione. Il patriarca della famiglia Le Pen aveva chiesto, invano, che la riunione del comitato esecutivo fosse pubblica. Aveva inoltre chiesto un nuovo congresso degli aderenti al partito, contestando indipendenza e competenza dell’organo che l’ha poi buttato fuori. Le Pen si è detto indignato per la decisione e annunciato che farà ricorso alla giustizia.
Da quando nel 2011 ha preso le redini del partito, per la figlia Marine il padre è stato una irritante spina nel fianco e un ostacolo ai suoi sforzi di distanziamento dalle dichiarazioni apertamente razziste e antisemite fatte dal padre nel passato. Interessante a questa proposito è la ricostruzione del quotidiano francese Le Monde.
L’ultima risale allo scorso aprile, quando Jean-Marie aveva detto in un’intervista alla BFM che le camere a gas erano “un dettaglio della storia, a meno che non accettiamo che la guerra è un dettaglio delle camere a gas”. “Continuo a sostenere questa visione (già da lui espressa nel 1987, ndr) perché penso sia la verità e non dovrebbe scioccare nessuno. Hanno sfruttato questo affare contro di me, sostenendo che si tratti di antisemitismo – aveva continuato -. Ma sfido chiunque ad attribuirmi dichiarazioni antisemite pronunciate durante tutta la mia carriera politica”
Marine Le Pen aveva subito preso le distanze da a queste dichiarazioni, parlando di “suicidio politico” e sospendendolo poi dal partito.
Ora che Marine è in corsa per le elezioni presidenziali, il padre ha dichiarato ai media francesi che non voterà per lei.
I.M.