di Davide Foa
La Francia è spaccata in due e l’imminente ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen ne è la conferma più evidente. Da una parte il liberista Macron, che sogna una Francia modello di un Europa unita e aperta al libero mercato, secondo quelli che sono i dettami della globalizzazione. Dall’altra parte la nazionalista Le Pen, fautrice di una politica protezionista e apertamente ostile all’Unione Europea.
Ebbene, tra i tanti temi che separano i due protagonisti della corsa verso l’Eliseo, anche l’antisemitismo gioca una ruolo fondamentale.
Come si legge su Ynet, Macron ha recentemente attaccato il partito della Le Pen, sottolineando come, nonostante alcuni tentativi di ‘disinfestazione’, il Front National (FN) sia ancora pervaso da un radicato sentimento razzista e anti-semita.
Le accuse di Macron si riferiscono principalmente alla recente decisione di affidare il comando del FN a Jean-Francois Jalkh, personaggio noto alle cronache francesi, e non solo, per aver più volte sostenuto tesi negazioniste, arrivando a contestare l’esistenza di camere a gas all’interno dei campi di concentramento nazisti. Del resto, le tesi di Jalkh seguono perfettamente quanto più volte sostenuto da Jean-Marie Le Pen, padre di Marine, nonché fondatore dello stesso FN, il quale ha in varie occasioni definito le camere a gas ‘un piccolo dettaglio’.
Le Pen ha deciso settimana scorsa di cedere la leadership del partito a Jalkh, per potersi dedicare unicamente alla campagna per le elezioni presidenziali. Le teorie di Jalkh sono state definite da Macron ‘affermazioni offensive della nostra storia, e sulle nostra esperienza politica’. Come se non bastasse, Jalkh è anche uno dei sette personaggi accusati di aver fatto entrare nelle casse del FN finanziamenti illeciti.
Di fronte a queste accuse, il vice-presidente del FN, Louis Aliot, ha dichiarato che Jalkh è pronto a fare un passo indietro, per evitare ulteriori grattacapi alla Le Pen a pochi giorni dal ballottaggio. E’ probabile dunque che, al posto di Jalkh, subentri Steeve Briois, sindaco di Henin-Beaumont, città roccaforte del FN, situata nel Nord della Francia.
Mentre la Le Pen si trova dunque a fare i conti con il viscerale antisemitismo del suo partito, Macron ha recentemente fatto visita a Oradour-sur-Glane, cittadina tristemente nota per il più grande massacro compiuto dagli occupanti nazisti in terra francese, pochi giorni dopo lo sbarco degli alleati in Normandia. Era il 10 giugno 1944, quando una divisione delle SS decise di radunare centinaia di civili francesi, abitanti della cittadina, all’interno di una chiesa e di diversi fienili, serrando le vie d’uscita.I nazisti diedero quindi fuoco alla città, uccidendo così 642 persone senza distinzione di età nè di genere. Oggi Oradour-sur-Glane è a tutti gli effetti una città fantasma, dove machine bruciate ed edifici abbandonati rimangono a testimonianza della brutale carneficina.
Da segnalare che entrambi i candidati hanno fatto visita, negli ultimi giorni, a un luogo legato alla Shoah: Emmanuel Macron si è recato allo Yad Vashem a Gerusalemme, mentre Marine Le Pen si è recata a Marsiglia durante la giornata dedicata alle vittime delle deportazioni, dove ha deposto una corona in onore di alcuni bambini che furono deportati.