di Ilaria Myr
Ha suscitato grande polemica e sconcerto l’assenza di menzione delle vittime ebree del terrorismo in Francia in un articolo firmato da 41 personalità musulmane francesi pubblicato sul Journal du Dimanche ai primi di agosto. A criticare fermamente la ‘dimenticanza il CRIF, Conseil représentatif des institutions juives de France (CRIF), e l’UJF, Union des étudiants juifs de France (UEJF).
Nel testo gli autori affermano il loro impegno nella lotta contro l’islamismo radicale e auspicano una rinascita dell’islam in Europa, dichiarandosi “colpiti dall’impotenza dell’organizzazione attuale dell’islam in Francia, che non ha alcuna presa sugli eventi”.
“Se questa mobilitazione rappresenta una voce importante nella battaglia contro l’islam radicale, il CRIF nota con inquietudine che l’articolo inizia con una lista delle principali vittime del terrorismo (caricaturisti, poliziotti, giovani del 13 novembre, famiglie del 14 luglio, prete di Saint-Etienne du Rouvray…) ma omette di citare l’attentato all’Hyper Cacher e le sue vittime ebree, così come ha dimenticato quello contro la scuola Ozar Hatorah di Tolosa nel 2012“, sottolinea il CRIF in un comunicato.
Per il CRIF, questa ‘dimenticanza è un affronto alla memoria delle otto vittime di questi due attentati, che sono stati colpiti dal terrorismo perché ebrei. Ma soprattutto questa memoria selettiva impedisce di comprendere tutte le dimensioni del terrorismo islamico con le quali la Francia di poggi deve confrontarsi”.
Il presidente del CRIF Francis Kalifat ha chiesto agli autori di questo articolo di “apportare il necessario chiarimento per impedire che l’utilità di questa loro azione perda di valore”.
Al coro si è unito anche Philippe Val, ex direttore di Charlie Hebdo e del canale radiofonico France Inter, che sulle pagine del numero successivo del JDD ha accusato i firmatari di aver “condannato voi stessi e buttato al vento il vostro gesto, fin dalle prime righe del vostro appello. Nella vostra strana lista di vittime del terrorismo, avete omesso gli ebrei, tra i primi obiettivi del terrorismo e ai primi posti tra le vittime da esso designate“. “Amici miei, ci tengo a dirvelo: “non accetteremo mai dei tali ‘compromessi’ linguistici, che non sono altro che un muto permesso concesso ai futuri criminali antisemiti“. “Accettate di guardare in faccia la realtà – prosegue rivolgendosi ai firmatari – per constatare ciò che molti fingono di ignorare, sapendo invece che la radicalizzazione islamica, al cuore di questa crisi, rappresenta una minaccia mortale per la concordia democratica e repubblicana”.
Ciononostante, che la dimenticanza sia volontaria o meno sono per lui due ipotesi “ugualmente catastrofiche”. Nel secondo caso, se cioè le vittime ebree sono state tralasciate apposta, sarebbe stato secondo Val accantonato un antisemitismo che “cementa una parte non trascurabile dell’Islam, e questo dimostra che avete già perso la battaglia che volete portare avanti”.
“Bisogna persuaderne con voce chiara e forte tutti quelli che ne dubitano, altrimenti la vostra azione non ha alcun senso: la Francia è anche il paese degli ebrei francesi. Siamo indissolubilmente legati alla componente ebraica della Francia dalla nostra storia comune, dalla nostra cultura, e dall’istituzione di leggi che garantiscono le libertà e la concordia”. Per questo, proprio nel drammatico periodo attuale, la loro mancata menzione costituisce secondo lui un errore di proporzioni ancora maggiori. “Ma noi – aggiunge il giornalista – non ci faremo influenzare. Nello stesso modo in cui i francesi saranno sempre i primi ad alzarsi in difesa dei francesi musulmani, che arricchiscono il loro paese amandone e rispettandone lo Stato di diritto, essi si alzeranno indifesa dei loro concittadini ebrei e della memoria incancellabile delle vittime assassinate in quanto ebree”.
Val termina quindi con un appello: “Non è mai troppo tardi per far bene. Ripubblicate il vostro testo – la sua esortazione – con una lista completa degli attentati in ordine cronologico. E proprio perché sapete che è una parola problematica per una parte della comunità musulmana, scrivete a chiare lettere la parola ‘ebreo’. Solo lo sforzo di osservare e chiamare con il suo nome la realtà ci permette di pensare a delle soluzioni. Se riflettiamo partendo da una bugia per omissione siamo condannati a una guerra per sottomissione”
Un “falso processo”
Interrorgato il 1 agosto su Europe 1, Amine Benyamina, uno dei firmatari dell’articolo, si è difeso davanti a “questo falso processo”: “Gli autori dell’articolo non sono assolutamente attaccabili, sono al dfi sopra di qualsiasi sospetto di scelta delle vittime”.
“Noi, francesi e musulmani, teniamo a dire con la più grande chiarezza che non facciamo alcuna distinzione fra le vittime del terrorismo cieco che colpisce la nostra nazione da molti mesi”, ha spiegato Bariza Khiari sul suo profilo Facebook.
“Che la ‘dimenticanza’ sia stata cosciente o no, l’assenza di menzione dei drammi di Tolosa e dell’Hyper Cacher è grave e dolorosa” ha dichiaerato il grande rabbino di Francia Haim Korsia. “Ho chiamato molti dei firmatari dell’articolo per renderli partecipi della mia ferita e di quella della comunità ebraica alla lettura del testo”, ha aggiunto.