di Redazione
La Corte europea dei diritti umani ha respinto la richiesta di sospensione di un ordine di espulsione in Marocco presentata dall’imam Hassan Iquioussen, che vive in Francia. Il ministro degli Interni francese Gérald Darmanin, l’aveva annunciato il 2 agosto all’Assemblea nazionale: Iquioussen – imam e conferenziere del Nord, vicino ai Fratelli Musulmani, con un canale Youtube seguito da più di 170.000 followers – può essere arrestato ed espulso “manu militari” in Marocco “senza possibilità di ritorno” in Francia ed è “iscritto nel dossier dei ricercati”.
58 anni, nato in Francia ma di nazionalità marocchina, Iquioussen è oggetto di un’ordinanza ministeriale di espulsione emessa a causa di “atti di esplicita e deliberata provocazione alla discriminazione, all’odio o alla violenza contro un gruppo di persone”. In questione, in particolare: “Un discorso di proselitismo (…) portatore di una visione dell’Islam contraria ai valori della Repubblica francese”, “un discorso dal contenuto antisemita particolarmente virulento”, a favore della “sottomissione di le donne a vantaggio degli uomini “incoraggiando il “separatismo” e il “disprezzo” della laicità.
Soprannominato “il predicatore delle città”, ha fondato i Giovani Musulmani di Francia con l’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia (UOIF). Dal 2012 conduce un canale YouTube sul quale tiene lezioni e condivide le sue opinioni su vari argomenti. Fa osservazioni controverse e cospirative. È noto per aver fatto osservazioni odiose, antisemite, omofobe e misogine. Ha anche fatto osservazioni di negazione dell’Olocausto sul genocidio armeno. Iquioussen è affiliato ai Fratelli Musulmani.
A proposito degli ebrei
Come riporta il sito ebraico Jforum, l’imam ha definito gli ebrei “avari e usurai”, li accusa di essere “l’apice del tradimento e del crimine” e di evitare di “mescolare con altri che considerano schiavi. » “Ricordalo perché capirai cosa sta succedendo oggi. Gli ebrei non hanno cessato, da allora [l’avvento dell’Islam], di complottare contro l’Islam e i musulmani”.
A proposito di ebraismo e cristianesimo
Dichiarò nel 2012: “I rabbini, i monaci, i preti, i vescovi sfruttano il piccolo popolo prendendo i loro soldi, abusando delle loro donne. Coloro che hanno il potere, qualunque sia il potere, hanno sempre dichiarato guerra a chi? Al Profeta! »
Gli attacchi nei paesi occidentali? Pseudo-attacchi per alimentare islamofobia
Iquioussen ha fatto anche osservazioni cospirative e suggerisce ai musulmani in Francia che gli attacchi commessi nei paesi occidentali sono “pseudo-attacchi” orchestrati per alimentare l’islamofobia. Dichiara in particolare: “Sapete questo film, queste caricature, qual è l’obiettivo? Non è che i non musulmani ci odino; è già fatto. Lo hanno fatto con l’11 settembre, lo hanno fatto con il 18 luglio, Londra, Madrid; l’hanno fatto con Merah. Vedi tutte queste pseudo-imprese? Sì ? Questi pseudo-attacchi hanno lo scopo di spaventare i non musulmani facendoli temere per l’Islam e i musulmani.
Il posto delle donne è in cucina
“È un peccato che oggi le donne vedano il servire i loro mariti e figli come una punizione quando è una benedizione”. Nel 2014, sul suo canale YouTube, dopo aver letto il commento di un ascoltatore che gli spiegava di non aver apprezzato la sua affermazione che il posto delle donne fosse in cucina, rispose beffardo: “il posto della donna è in cucina, nel soggiorno […] Non vedo perché sei allergico alla cucina. […] In genere l’uomo, quando va in cucina, è per aprire il frigo e prendere qualcosa; non è per lavare i piatti o cucinare. E allora ? »
Le reazioni
L’annuncio del ministro degli interni di volere espellere l’imam, confermato poi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, ha scatenato voci politiche per denunciare una procedura “arbitraria”, comprese quelle dei deputati della LFI Manuel Bompard e David Guiraud. Inoltre, un gruppo di 31 moschee in Hauts de France, centri culturali musulmani (Grenoble, Lione, Nizza, Limoges, ecc.) e l’Organizzazione dei musulmani in Francia hanno espresso la loro mancanza di comprensione e hanno condannato un “errore manifesto di valutazione”. Una petizione ha raccolto 21.000 firme.
Una procedura simile nei confronti dell’imam della moschea di Attakwa a Saint-Chamond (Loire) era stata attuata il 2 maggio. A 35 anni, sospeso nel 2021 a seguito di rilievi discriminatori, è stato espulso nelle Comore, suo Paese di origine, non essendogli stato rinnovato il permesso di soggiorno.