Manifestazione cointro Derek Chauvin, poliziotto che ha ucciso George Floyd

Morte George Floyd: associazioni ebraiche americane chiedono riforme contro il razzismo

Mondo

di Ilaria Ester Ramazzotti
È un primo passo utile ad affrontare la brutalità della polizia, anche se per fronteggiare il razzismo sarebbero necessarie riforme sistematiche. Così la pensano numerosi gruppi ebraici statunitensi a proposito del verdetto di colpevolezza emesso il 20 aprile contro Derek Chauvin, il poliziotto che ha causato la morte di George Floyd.

Le associazioni ebraiche americane hanno accolto con favore il verdetto di colpevolezza per omicidio colposo sentenziato dal procuratore generale del Minnesota contro l’ufficiale di polizia, autore della violenta uccisione del giovane afroamericano, spirato il 25 maggio del 2020 poco dopo il suo arresto a Minneapolis.

Ma una singola condanna non basta. È tempo di “affrontare il razzismo sistemico, di re-immaginare l’aspetto della sicurezza pubblica e di creare cambiamenti trasformativi per garantire giustizia e trattamento equo per tutte le persone”, ha reso noto in una dichiarazione l’Anti-Defamation League.

Il Times of Israel riporta una serie di dichiarazioni e di commenti rilasciati sul tema da diverse organizzazioni ebraiche. Halie Soifer, a capo del Jewish Democratic Council of America, ha citato i valori ebraici di giustizia commentando così la sentenza di colpevolezza: “Nonostante il verdetto di oggi, sappiamo che c’è ancora del lavoro da fare per soddisfare il principio ebraico ‘tzedek tzedek tirdof’ (giustizia, giustizia che dovrai perseguire)”. “Anche se Derek Chauvin è stato riconosciuto colpevole, continua la lotta per affrontare il razzismo e l’ingiustizia in America”.

Jill Jacobs, leader di T’ruah, un gruppo rabbinico per i diritti umani, ha sottolineato che il verdetto “riguarda solo un singolo caso di violenza di Stato”. “In qualità di leader morali, ci sforziamo di sostituire questi sistemi di ingiustizia con sistemi di rettitudine. Combattiamo per porre fine alla violenza di Stato che mette in primo luogo in pericolo gli afro-americani e altre comunità di colore, e per l’istituzione di sistemi basati sui diritti umani che consentano a tutti noi di vivere in sicurezza, piuttosto che usare la polizia per proteggere alcuni membri della società a spese degli altri”.

Le Jewish Federations of North America hanno scritto su Twitter che “sebbene nessun verdetto di colpevolezza possa riportare indietro George Floyd, speriamo che questa decisione porti un po’ di giustizia, guarigione e pace. Sappiamo che c’è molto lavoro da fare. La nostra determinazione nell’affrontare le preoccupazioni reali e legittime sulla discriminazione razziale non è mai stata così forte”.

“Anche se questa decisione non può riportare indietro una vita che è stata rubata, siamo lieti di vedere un po’ di giustizia per la famiglia di George Floyd”, ha pubblicato sempre su Twitter il gruppo J Street.

Democratic Majority for Israel ha dichiarato che “la giustizia non può mai compiersi completamente” poiché Floyd non rivedrà più la sua famiglia e i suoi cari, “ma speriamo che il verdetto emesso porti loro un po’ di conforto e permetta loro di iniziare una guarigione. Questo verdetto rappresenta un passo importante per affrontare le gravi ingiustizie che lui e tante altre persone di colore hanno subito. Democratic Majority for Israel continuerà a sostenere politiche utili a smantellare il razzismo sistemico che ancora affligge il nostro paese”.

(Foto: Laurie Shaull da Wikimedia Commons)