di Marina Gersony
«Centinaia di casi sospetti di estremisti di destra negli apparati di sicurezza in Germania». «La documentazione della vergogna»: titolano così lo Spiegel, la Süddeutsche Zeitung ma non solo commentando una realtà in fase di indagine sul suolo tedesco. Martedì 6 ottobre il ministro dell’Interno Horst Seehofer (nella foto) ha presentato il primo rapporto dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV) sul tema. Un primo passo per cercare di arginare un fenomeno che rischia di allarmare istituzioni e opinione pubblica.
Il rapporto segnala la presenza di circa 380 casi sospetti negli apparati di sicurezza tedeschi rilevati tra il 2017 e la fine di marzo 2020. Anche se negli ultimi mesi – quando già si parlava di questi episodi – non sono mancate le critiche di chi ha definito pericoloso amplificare dei fatti marginali che rischiano di demonizzare un’intera categoria e di minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Se da un lato c’è dunque chi riconosce lo sforzo negli ultimi decenni da parte della polizia, delle forze armate e dell’Ufficio per la protezione della Costituzione di reprimere estremismo, terrorismo di destra e antisemitismo, dall’altro c’è chi accusa le autorità per aver trascurato – o voluto trascurare – un numero cospicuo di criminali solitari. L’accusa in sostanza è che in la polizia non sia stata finora in grado di indagare in modo efficace al suo interno su un fenomeno che non è certamente nuovo.
Critiche pesanti come quelle di Irene Mihalic, esponente dei Verdi, che ha parlato di un rapporto basato su fatti già ampiamente noti e sottolineato la necessità di ulteriori indagini e di studi metodici creando anche organismi indipendenti ai quali gli informatori interni si possano rivolgere in modo anonimo. La Mihalic ha tenuto a precisare in un’intervista al Deutschlandfunk (radio tedesca): «Sono fermamente convinta che un’analisi approfondita rivelerebbe che la stragrande maggioranza degli agenti di polizia abbia atteggiamenti molto diversi e non sia composta da estremisti di destra o da razzisti. Ma ciò non toglie che forse abbiamo a che fare con una certa percentuale che non la pensa così e di cui dobbiamo occuparci».
Il rapporto
Le cifre del rapporto fotografano un fenomeno comunque inquietante anche se ridotto: negli apparati di sicurezza federali tra il 2017 e la fine di marzo 2020 sono stati registrati 319 casi sospetti a livello statale, 58 casi nelle autorità federali di sicurezza, di cui 44 nella polizia federale, sei nell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA) e singoli casi in dogana, polizia federale, protezione della Costituzione (BfV) e servizio di Intelligence federale (BND).
E ancora: l’Assia ha segnalato la maggior parte dei casi più sospetti (59), seguita da Berlino (53), Nord Reno-Westfalia (45), Baviera (31) e Sassonia (28), principalmente diffuse tra le autorità di polizia. Nello Saarland non sono stati segnalati casi, a Brema un solo caso. Nella maggior parte dei casi sono stati avviati procedimenti disciplinari o penali e circa il 20 per cento di questi procedimenti è stato sospeso.
Secondo il rapporto di Seehofer, i procedimenti sono stati spesso avviati a causa dello scambio di simboli o dichiarazioni anticostituzionali in messaggi di chat, definiti a dir poco «orribili». Solo in rari casi gli ufficiali hanno avuto contatti con estremisti o gruppi di destra o hanno preso parte a eventi di estrema destra.
I casi nella Bundeswehr – ossia dell’esercito – sono riportati separatamente nel rapporto secondo il quale, tra il 2017 e l’aprile 2020, nell’esercito si sono verificati un totale di 1.064 casi sospetti: in circa 400 casi il sospetto non ha potuto essere confermato o provato, in 550 casi le indagini sono ancora in corso.
Le domande che emergono sono dunque le seguenti: quanto sono diffuse effettivamente le tendenze estremiste di destra negli apparati di sicurezza del Paese? Quanto si è a conoscenza di questo fenomeno che da anni è oggetto di dibattito dopo alcuni episodi incresciosi che si sono verificati? Ci sono e quali sono le strategie per fermare questi episodi? Cosa c’è dietro a questi incidenti? Esistono reti? Strutture? In breve: esiste un sistema vero e proprio?
Il ministro Seehofer ha commentato i dati del rapporto osservando che oltre il 99 per cento dei funzionari degli apparati di sicurezza della Germania è fedele alla Costituzione e che i numeri degli infiltrati di estrema destra sono «molto bassi»: non c’è dunque alcun «problema strutturale». Un’affermazione che il ministro aveva già fatto lo scorso luglio. Ma anche una rassicurazione che evidentemente non convince tutti.
( Foto: Michael Lucan, Lizenz: CC-BY-SA 3.0 de, fonte Wikimedia Commons)