di Paolo Castellano
Quanto sta facendo l’Europa per bloccare il movimento “Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per Israele“? La risposta è negativa stando ad un’inchiesta del Jerusalem Post che ha scoperto alcuni conti bancari intestati alla BDS sottoscritti in alcuni importanti istituti finanziari tedeschi.
Giliad Erdan, ministro israeliano degli affari esteri, sta spendendo molte energie e tempo per contrastare la diffusione della logica del boicottaggio. «Continuiamo a sollecitare ogni istituto finanziario a considerare con attenzione il potenziale legale, reputazionale ed etico delle conseguenze relative alle attività del gruppo BDS».
Ha poi aggiunto: «Nello scorso anno e mezzo abbiamo lavorato ampiamente per sensibilizzare e aumentare l’attenzione dei vertici decisionali in Europa e del Nord America riguardo l’antisemitica, antidemocratica e discriminatoria natura del BDS; un movimento che si augura la distruzione d’Israele e che annovera tra i suoi sostenitori alcune organizzazioni che supportano il terrore».
Il ministro israeliano si è inoltre augurato che “l’occidente approvi delle leggi per spezzare i legami finanziari con i gruppi del BDS”.
Non tutti gli Stati europei però sono di questo avviso. Il 9 aprile il Jerusalem Post ha pubblicato un’inchiesta che lacera quel velo di ipocrisia dietro a cui alcune banche tedesche avrebbero concesso, in contrasto con il loro codice di condotta, dei conti correnti al gruppo anti-Israele.
I giornalisti del quotidiano israeliano avrebbero infatti scoperto che importanti banche come la Sparkasse, la Bw Bank e la Commerzbank, avrebbero dei rapporti bancari con i boicottatori. In particolare quest’ultima – è la seconda banca più importante della Germania – ospiterebbe un conto corrente per supportare il sito web e il magazine del BDS. Questo comportamento però va contro i buoni rapporti con Israele ed è in contrasto con ciò che sta accadendo negli Stati Uniti, dove si sta diffondendo l’idea di mettere fuori legge il comitato di boicottaggio.
Gunnar Meyer, portavoce della Sparkasse, non ha ancora confermato l’indiscrezione e non si è affatto sbilanciato liquidando le critiche in tale maniera: «Abbiamo di nuovo fatto notare in modo chiaro che la Commerzbank segue e applica le linee guida riguardanti l’apertura dei conti correnti».
C’è da dire che la Sparkasse vive una contraddizione interna. L’istituto bancario ha delle filiali sia nello stato dell’Illinois che in quello di New York: il primo infatti ha già approvato delle norme anti-boicottaggio e invece all’interno del secondo si sta discutendo su come respingere l’azione del BDS.
«La legislazione dello stato newyorkese vorrebbe certamente pregiudicare queste banche. In un momento di crisi che cresce di giorno in giorno, gli americani e i cittadini dello stato di New York vogliono stare a fianco di Israele, il loro alleato democratico, opponendosi all’odio del BDS»: queste le dichiarazioni di Charles Lavine, deputato democratico newyorkese.