di Roberto Zadik
Un caso sconvolgente che sta scuotendo le comunità ebraiche e la società tedesca e che da mercoledì ha fatto il giro del mondo. Scomparsa dallo scorso 22 maggio, la 14enne ebrea tedesca Susanna Maria Feldman originaria di Magonza, è stata trovata morta, barbaramente uccisa, prima strangolata e poi violentata, in un bosco vicino alla ferrovia a Wiesbaden sul lato opposto del Reno nel distretto di Erbenheim, vicino a un centro d’accoglienza immigrati. La Feldman era sparita dopo essere uscita assieme a un gruppo di amici e poi da lì non se ne era saputo più nulla.
I presunti colpevoli
Stando a vari siti, come Agence France Press e tanti altri, si tratterebbe di un 20enne iraqeno, un certo Ali Bashar accusato di omicidio e di violenza sessuale che, dopo essere stato oggetto di un mandato di cattura internazionale “sarebbe stato arrestato dalle autorità curde a nord dell’Iraq su richiesta della polizia federale tedesca”, come ha rivelato il Ministro degli Interni tedesco Horst Seehofer. Secondo la ricostruzione dell’Afp, dopo lunghe ricerche la polizia ha raccontato che Bashar, arrivato in Germania coi genitori e cinque fratelli nel 2015, era partito con loro, da un aeroporto fuori Dusseldorf alla volta della città di Erbil, passando per Istanbul, probabilmente sotto falso nome. Sotto pressione anche il governo tedesco per le sue politiche sull’immigrazione in un caso estremamente complesso e doloroso. Secondo Bild, quotidiano tedesco fra i più venduti, “Crimini come questo sono terribili per il nostro Paese perché dimostrano la mancanza di adeguati controlli su chi varca i confini”. In custodia anche un 35enne turco incensurato e accusato di essere complice di Bashar, già noto alla polizia, invece, per reati precedenti, come rapina a mano armata e incriminato sempre per violenza sessuale ai danni di una 11enne, a marzo di quest’anno.
Le reazioni comunitarie
Il sito Ynetnews racconta che la Comunità ebraica di Magonza, coi suoi 1000 iscritti e la famiglia sono sotto shock per questo omicidio del quale restano ancora ignoti alcuni dettagli fondamentali. Primo fra tutti: il motivo, cosa avrebbe spinto Bashar a commettere un simile gesto. Successivamente all’autopsia della Feldman è emerso che sarebbe stata vittima di violenza sessuale e come ha spiegato il Rabbino Capo Aharon Ran Vernikovsky “la nostra comunità è sconvolta e stiamo cercando di stare vicino ai parenti della ragazza”. Interrogandosi sul movente dell’assassinio, sempre stando a Ynet, la polizia ha specificato che nonostante la Feldman fosse ebrea, anche se stando a quanto ripotato da Times of Israel, inizialmente non era stato specificato dai media e che non ci sono prove che si tratti di antisemitismo. A questo proposito il Consiglio Centrale degli Ebrei di Germania ha invitato alla massima cautela prima di formulare accuse in questo senso.
Risalendo alla identità della ragazza, il sito CNN racconta che spesso si assentava da scuola e inizialmente, per questo, la polizia attendeva prima di aprire le indagini sulla sua sparizione. Stando a quanto ha rivelato Rav Vernikovsky, Susanna ” era figlia di genitori separati e suo padre non era ebreo. Ora la madre sta con un altro compagno, ed è devastata dall’accaduto”. Nonostante questo episodio, il Rav ha raccontato che “qui gli ebrei vivono tranquillamente e malgrado ci siano molti immigrati, come in altre città tedesche, non abbiamo mai avuto problemi con loro”.
Ynet riporta altri interessanti particolari sulla vicenda. A quanto pare la ragazza il giorno della sua sparizione aveva contattato la madre dicendole che stava bene e rassicurandola ed era stata vista vicino al centro per gli immigrati da cui sembra provenisse il suo assassino e Times of Israel rivela che lei conosceva il fratello di Bashar. Il Consiglio Centrale degli ebrei di Germania ha nuovamente invitato alla prudenza prima di formulare qualunque ipotesi definitiva. “Ci sono ancora molti elementi oscuri e siamo in attesa di una indagine esaustiva da parte delle autorità competenti e speriamo che i colpevoli siano puniti duramente”. Preoccupazione e sofferenza in parte degli ebrei tedeschi riguardo al notevole aumento della violenza antiebraica in Germania.