di I.E.R.
Secondo il rapporto pubblicato questa settimana della Claims Conference, nel mondo vivono oggi circa 211.300 sopravvissuti alla Shoah, ma si prevede che quasi la metà non sarà più in vita fra sette anni.
Alla vigilia di Yom ha Shoah, la Claims Conference lancia un allarme: il tempo per ascoltare le testimonianze dirette dei sopravvissuti all’Olocausto sta per scadere. Secondo il rapporto pubblicato questa settimana dall’organizzazione internazionale che si occupa di fornire assistenza e di negoziare risarcimenti per le vittime della persecuzione nazista, nel mondo vivono oggi circa 211.300 sopravvissuti alla Shoah, ma si prevede che quasi la metà non sarà più in vita fra sette anni. Nel 2032 i sopravvissuti saranno meno di 100.000, mentre entro il 2040 saranno 20.000 in tutto il mondo. E la drastica riduzione del numero di testimoni diretti renderà sempre più difficile trasmettere la memoria della Shoah alle generazioni future. Lo pubblica il Times of Israel del 22 aprile.
“Questo rapporto è un duro promemoria: il tempo sta per finire. Adesso è il momento di ascoltare direttamente le testimonianze dei sopravvissuti. Invitateli a parlare nelle scuole, nei luoghi di culto, nelle istituzioni – ha dichiarato a questo proposito Gideon Taylor, presidente della Claims Conference -. Ascoltare e imparare direttamente dai sopravvissuti è fondamentale non solo per i giovani, ma per tutte le generazioni”.
Secondo il rapporto, l’età media dei sopravvissuti tuttora in vita è di 87 anni, ma oltre 1.400 hanno superato i 100 anni. Il 61% è costituito da donne. I tassi di mortalità variano significativamente da una nazione all’altra. In Israele si stima che il numero di 110.100 testimoni della Shoah calcolato alla fine del 2024 calerà del 43% nei prossimi cinque anni. Negli Stati Uniti, dei 34.600 sopravvissuti alla Shoah il 39% potrebbe venire a mancare entro cinque anni, mentre il 53% dei 25.500 testimoni residenti nell’ex Unione Sovietica non sarà più presumibilmente in vita nel 2030.
Con l’aumento dell’età, crescono anche le necessità di assistenza a lungo termine, di supporto economico e di servizi specializzati. Solo nel 2025 la Claims Conference prevede di distribuire circa 530 milioni di dollari in risarcimenti diretti e 960 milioni di dollari per il benessere dei sopravvissuti, tra cui assistenza domiciliare, cibo e medicinali. Ma non basta. Secondo l’Istituto nazionale di previdenza israeliano, circa il 25% dei sopravvissuti all’Olocausto residenti in Israele vive al di sotto della soglia di povertà.
Un’indagine condotta lo scorso anno sempre in Israele dalla Fondazione per il benessere dei Sopravvissuti della Shoah ha rivelato in particolare che oltre la metà di loro ha dichiarato difficoltà finanziarie e che più di un terzo necessita di aiuti economici per acquistare generi alimentari essenziali, mentre un quinto degli intervistati ha affermato di non potersi permettere alcuni esami medici o di dover rinunciare a strumenti sanitari fondamentali fra cui mezzi per la mobilità e deambulatori.
“Questi sono gli ultimi anni che abbiamo per onorarli, per assicurarci che vivano con dignità, prenderci cura di loro e garantire che non manchino del necessario – ha sottolineato Greg Schneider, vicepresidente esecutivo della Claims Conference -. Il lavoro che svolgiamo negoziando con i governi europei in loro nome è essenziale per la loro sopravvivenza, nulla potrebbe essere più importante e urgente, visto quanto poco tempo ci resta per garantire il loro benessere”.