di Nathan Greppi
“Per troppo tempo il Consiglio per i diritti umani ha protetto coloro che li negano, oltre ad essere una fogna di pregiudizio politico”: queste le parole pronunciate la sera di martedì 19 giugno da Nikki Haley, ambasciatrice americana all’ONU, durante una conferenza stampa con il Segretario di stato Mike Pompeo. Conferenza durante la quale ha annunciato che l’America intende ritirarsi dal Consiglio per i diritti umani dell’ONU.
“Gli USA si ritirano ufficialmente dall’UHNRC. Ciò non vuol dire che non ci impegneremo per i diritti umani. Abbiamo preso questa decisione perché la nostra dedizione ci impedisce di rimanere in un’organizzazione ipocrita e autoindulgente che si prende gioco dei diritti umani.” In particolare, ha criticato l’organizzazione poiché in essa “Israele viene isolata come nessun altro paese.” E proprio il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha subito ringraziato Trump, la Haley e Pompeo “per la loro coraggiosa decisione contro l’ipocrisia e le bugie del cosiddetto Consiglio ONU per i diritti umani”. Una definizione, quella di “decisione coraggiosa”, usata anche dall’Ambasciatore USA in Israele David Friedman.
Ma non tutti hanno accolto felicemente l’annuncio della Haley: secondo il Jerusalem Post, il deputato ebreo democratico Ted Deutch ha dichiarato che per portare un cambiamento gli Stati Uniti dovrebbero restare nel Consiglio, poiché “quando andiamo via, permettiamo a paesi con orribili abusi dei diritti umani come il Venezuela di riempire il vuoto”. Ugualmente contrariato è Vojislav Suc, capo del Consiglio e ambasciatore sloveno all’ONU, secondo il quale “il Consiglio dei diritti umani vuole solo beneficiare dell’impegno costruttivo di tutti i suoi stati membri.”
Il consiglio è formato da 47 stati membri, i cui rappresentanti si riuniscono a Ginevra una volta all’anno. Alla base della decisione americana vi è l’Item 7, un’agenda di lavori che si occupa esclusivamente di Israele e dei Territori Palestinesi, unico caso di un paese a cui sia dedicata un’intera agenda. Sin dal suo insediamento come ambasciatrice, la Haley ha più volte chiesto che venisse eliminato l’Item 7, in quanto rappresenta un doppio standard che non viene applicato a nessun’altra nazione. A causa di ciò, già nel 2006 gli Stati Uniti erano usciti dal consiglio sotto la presidenza Bush, salvo poi rientrare nel 2009 per volere di Obama.