di Nathan Greppi
Martedì 4 settembre quattro militari che servivano nell’esercito inglese sono stati arrestati perché sospettate di essere membri del National Action, un gruppo neonazista messo al bando nel dicembre 2016.
Secondo Ynet l’Unità Anti-terrorismo delle West Midlands ha dichiarato che i sospetti, assieme a un civile, erano accusati di essere sul punto di preparare un attentato terroristico. A confermare che tutti e quattro sono militari è stato il Ministro della Difesa Michael Fallon. “Possiamo confermare che un cospicuo numero di membri dell’esercito sono stati arrestati come previsto dal Terrorism Act per essere legati a un gruppo illegale di estrema destra,” si legge in una dichiarazione rilasciata dall’esercito.
Tuttavia, secondo The Independent, il Ministero della Difesa sta trattando l’arresto come un incidente isolato e non intende approfondire la questione. Molti politici all’opposizione, al contrario, chiedono che venga aperta un’inchiesta per scoprire quanto è diffuso l’estremismo di destra nelle forze armate: il parlamentare liberal democratico Ed Davey, ad esempio, ha affermato che “rimangono dei dubbi sul fatto che le forze armate stiano costantemente monitorando le attività estremiste tra le loro fila.” Ugualmente scettico è Jonathan Bartley, capo del Partito Verde, il quale ha affermato che “il fallimento del governo nell’aprire un’inchiesta sull’estremismo tra le forze armate fa pensare che abbia paura di ciò che troverà […] Il governo non può tenere la testa sotto la sabbia e sperare che tutto sparisca”.
Il National Action è stato fondato nel 2013, ed è diventato famoso dopo che un suo affiliato, Thomas Mair, uccise la deputata laburista Jo Cox esattamente una settimana prima del referendum sulla Brexit. Dopo che Mair fu condannato all’ergastolo, la pagina Twitter del movimento si è riempita di messaggi che sostenevano Mair e le sue azioni, a cui sono seguite manifestazioni in cui i militanti urlavano “Hitler aveva ragione”. Ciò ha spinto il Segretario di Stato Amber Rudd a renderlo illegale, tanto che chi lo appoggia pubblicamente rischia fino a 10 anni di carcere.