di Redazione
Il leader di Alba Dorata, Nikólaos Michaloliákos, “è a capo di una organizzazione criminale”: lo ha dichiarato il Tribunale di Atene al processo che ha tra l’altro condannato Giorgos Roupakis, membro del partito neonazista greco per l’omicidio di un rapper antifascista di 34 anni, Pavlov Fyssas, Roupakis rischia l’ergastolo, mentre Michaliolakos e gli altri ex parlamentari fino a 10 anni di carcere. Le indagini sono state allargate alle centinaia di aggressioni e tentati omicidi avvenuti negli ultimi anni da parte dei militanti del partito.
Il partito greco di estrema destra, dalle idee neonaziste, xenofobe e antisemite, è nato nel 1993 ma è diventato rilevante dopo la crisi finanziaria del 2008, riuscendo anche a risultare il terzo partito del paese nelle elezioni del 2015.
Migliaia di persone erano riunite fuori dal tribunale di Atene per manifestare e chiedere la condanna dei leader di Alba Dorata. Dopo il verdetto del Tribunale, si sono verificati scontri ad Atene con la polizia.
Il processo
Nel processo, iniziato nel 2015, erano 68 gli imputati, tra cui 18 ex parlamentari del partito. Tra questi il leader del partito Nikolaos Michaloliakos, 62 anni, negazionista della Shoah e ammiratore del nazionalsocialismo, che i giudici hanno ritenuto colpevole di «costituzione e appartenenza a un’organizzazione criminale», mentre gli altri imputati, membri o sostenitori del partito, sono stati giudicati colpevoli per la loro «appartenenza a un’organizzazione criminale».
All’udienza erano presenti solo 11 dei 68 imputati, e nessuno degli ex parlamentari.