di Ilaria Ester Ramazzotti
Non è ancora chiaro il movente che ha armato la mano di Robert Aaron Long, il ventunenne che lo scorso 17 marzo ha preso di mira tre centri massaggi ad Atlanta uccidendo otto persone, tra cui sette donne, quasi tutte asiatiche. In Georgia, la polizia sospetta che alla base del massacro ci sia l’odio contro le donne piuttosto che un fanatismo di tipo anti-asiatico. Ma, dopo i tragici fatti, diversi gruppi ebraici statunitensi hanno espresso solidarietà e si sono mobilitati a favore degli asiatici americani.
Quanto è accaduto “avrà chiaramente un effetto sulla psiche della comunità asiatico-americana – ha detto Dov Wilker, direttore regionale dell’American Jewish Committee di Atlanta, come riporta il Jerusalem Post -. I crimini d’odio anti-asiatico sono aumentati a livello nazionale”. Lo scorso anno, proprio ad Atlanta, alcuni gruppi ebraici si sono uniti a gruppi asiatici e ai consolati giapponese e coreano nella richiesta di una legge statale che aumentasse le pene per i crimini d’odio.
Anche Leslie Anderson, direttore del Jewish Community Relations Council nell’area di Atlanta, ha ricordato che la comunità ebraica ha lavorato con le comunità asiatiche-americane locali su una serie di questioni legislative e di giustizia sociale. “Non sappiamo ancora se si tratti di un crimine d’odio”, ha detto denunciando tuttavia l’aumento della violenza contro gli asiatico-americani e esprimendo solidarietà anche agli asiatici interni alle comunità ebraiche: “I nostri cuori vanno a loro, ci preoccupiamo per loro e ci assicuriamo che stiano bene”, ha aggiunto.
Anche il senatore della Georgia Jon Ossoff, membro della comunità ebraica, ha condannato il recente aumento della violenza anti-asiatica e ha dichiarato: “Anche se il movente della terribile violenza rimane [ancora] sotto indagine, esprimo il mio affetto, il mio sostegno e sono solidale con la comunità asiatica americana, che nell’ultimo anno ha subito un aumento scioccante di violenza e di molestie”.
“Sono profondamente turbato dall’orribile attacco di Atlanta – ha scritto su Twitter Jonathan Greenblatt, amministratore delegato della Anti-Defamation League -. Anche se c’è ancora molto che non sappiamo, [una cosa] la sappiamo: i campanelli d’allarme hanno suonato, l’odio verso la comunità è aumentato, è nostro dovere civico e morale parlarne”.
David Harris, CEO dell’American Jewish Committee, sempre su Twitter, ha sottolineato: “Mentre i crimini d’odio contro gli asiatici americani continuano a crescere, questo ebreo [lui stesso ndr] non tacerà. Mentre gli americani asiatici vengono attaccati e altresì uccisi, questo ebreo non starà zitto. Poiché il tessuto più ampio della nostra società diversificata è minacciato, questo ebreo non rimarrà in silenzio”.