di Roberto Zadik
Il Guatemala va in controtendenza rispetto al secco rifiuto di tanti altri Paesi e trasferirà la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Un gesto forte e di opposizione annunciato, secondo il sito Ynet News, dal Presidente Morales durante l’incontro col premier Nethanyahu.
“Abbiamo sempre sostenuto Israele dal suo insediamento” ha detto il presidente Jimmy Morales che domenica scorsa ha dichiarato su Facebook “seguirò il riconoscimento del presidente Trump di Gerusalemme capitale di Israele.”
A quanto pare i colloqui fra le due autorità, Morales e Netanyahu, sono stati molto positivi e la sua decisione è stata stimolata anche dalla riconoscenza del Capo di Stato guatemalteco per l’aiuto umanitario statunitense mostrato in questi ultimi anni verso il Paese.
Molti media israeliani sperano che più Paesi seguano le direttive di Trump imitando Morales. Lo stesso si è augurato Nethanyahu nella sua intervista alla CNN parlando col giornalista Oren Liebermann, venerdì 22 dicembre, in cui ha dichiarato che Israele è in trattativa per questo negoziato con diversi paesi rifiutandosi però di menzionarli fino a quando tutto non sarà completato.
Nei giorni scorsi, Ynet ha reso noto che l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley ha mandato una serie di lettere “minacciose” alle nazioni indecise sottolineando che “Trump prenderà atto dei risultati del voto personalmente”. L’ambasciatrice ha, inoltre, messo in risalto che gli Stati Uniti non stanno invitando le altre nazioni a trasferire anche loro le loro ambasciate ma stanno bensì auspicando che esse lo facciano spontaneamente evidenziando gli stretti legami fra Gerusalemme e Israele e che questa decisione potrebbe stimolare l’escalation di violenze nella regione.
I rapporti fra Israele e Guatemala
Secondo quanto riportato dal Foglio, Israele ha fatto in Guatemala alcuni investimenti, ha addestrato le forze speciali del paese centroamericano, ed è stato anche presente con importanti aiuti durante le varie catastrofe che hanno funestato questa terra. “Ma è soprattutto dal mondo protestante fortemente legato all’evangelismo conservatore nord-americano (2016 il protestantesimo ha raggiunto il cattolicesimo come numero di fedeli, con un 45 per cento a testa di fedeli) che viene la spinta pro Gerusalemme – scrive il quotidiano -. Ne fanno fede alcuni popolari gruppi pro-Israele su Facebook: da Reporte Honesto, che ha in questo momento 205.000 follower, a Unidos por Israele, che ne ha 662.918. D’altra parte a Tel Aviv c’è una Via Jorge García Granados dedicata al diplomatico guatemalteco che nel 1947 presiedette il Comitato Onu che diede il via libera alla nascita di Israele, il Guatemala fu il secondo paese al mondo a riconoscere Israele e il primo a trasferire l’ambasciata a Gerusalemme, anche se nel 1980 l’aveva poi riportata a Tel Aviv”.
Il Foglio ricorda anche che il Guatemala inoltre è stato anche uno dei sette paesi che all’Onu si sono schierati con Stati Uniti e Israele in occasione dell’ultimo voto su Gerusalemme: assieme Honduras, Togo, Stati Federati di Micronesia, Nauru, Palau e Isole Marshall.
Altri 10 Paesi in lizza
Secondo quanto riporta il Times of Israel, il vice ministro degli esteri Tzipi Hotovely ha dichiarato in un’intervista a Channel 10 che ci sarebbero altri 10 Paesi in procinto di comunicare lo spostamento della propria ambasciata a Gerusalemme, senza però specificare quali. Secondo quanto emerge da alcuni siti, però, uno di questi sarebbe l’Honduras, con cui Israele ha stretto un accordo nel 2016, e che con il Guatemala aveva votato a fianco di israele e usa all’Onu. Ci sarebbero poi anche la Romania, la Slovacchia, il Paraguay e il Togo.
Ad oggi a riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele sono gli usa, la Repubblica ceca, il Guatemala e, da aprile, la Russia.
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