di Anna Balestrieri
Lo Stato federale è uscito dalla propria proverbiale neutralità per condannare fermamente Hamas e vietarne il supporto e la diffusione in Svizzera.
Il 22 novembre 2023 è nata una proposta di legge, sottoposta dall’Esecutivo federale al Parlamento, per il divieto dell’organizzazione palestinese in Svizzera. “La legge fornirà alle autorità federali gli strumenti necessari per contrastare qualsiasi attività di Hamas o sostegno all’organizzazione in Svizzera.” Il governo svizzero ha annunciato che introdurrà la legislazione entro la fine di febbraio, “considerando questa la risposta più adeguata alla situazione che regna in Medio Oriente dal 7 ottobre”. La direzione politica del Consiglio federale era, in verità, già delineata nella fase immediatamente successiva allo scoppio della guerra del 7 ottobre.
L’11 ottobre, quattro giorni dopo l’attacco di Hamas ad Israele, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) aveva sospeso i finanziamenti milionari a sei organizzazioni della società civile palestinese e a cinque israeliane in cooperazione internazionale con il governo svizzero. A seguito delle indagini, tre delle ONG palestinesi avevano visto rescisso il loro contratto con il governo elvetico. L’Esecutivo aveva incaricato il DFAE “di chiarire quali fossero le opzioni giuridiche per mettere al bando Hamas.”
La difficoltà nell’elaborazione di una strategia stava nell’assenza di divieto o sanzioni riguardo Hamas da parte delle Nazioni Unite, a differenza di quanto avvenuto in passato contro lo Stato Islamico (ISIS-Daesh) ed Al Qaeda. È stato Carlo Sommaruga, rappresentante dei socialdemocratici svizzeri di Ginevra, a dare voce ai dubbi circa l’opportunità di una presa di posizione della Svizzera. “La messa al bando di Hamas sarebbe un errore ”.
Il partito dei perplessi, tuttavia, sembra non aver prevalso e la proposta di legge dovrebbe essere approvata entro la fine del febbraio 2024. D’altra parte, la Legge federale sulle attività informative individua tra le responsabilità dello stato quelle di “individuare tempestivamente e sventare minacce per la sicurezza interna o esterna rappresentate dal terrorismo [e … ] dall’estremismo violento; ed “accertare, osservare e valutare fatti rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza che avvengono all’estero”.
Il governo svizzero non ha mancato tuttavia di ribadire la necessità di pensare al futuro politico della regione, che vedrà la pace solo con la realizzazione del progetto dei due stati, osteggiato in primis da Hamas. “Hamas non mira alla pace con Israele e la sua popolazione giudeo-arabo-cristiana. ” si diceva all’Assemblea Federale del Parlamento svizzero nel giugno del 2021.
Il Consiglio federale ha stanziato 90 milioni di franchi (93,36 milioni di euro) in aiuti umanitari per la regione all’inizio di novembre, esprimendo “profondo dolore per le migliaia di civili.
(Foto: sito Parlamento svizzero)