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Hamas, Iran e Hezbollah. I piani segreti per una guerra totale contro Israele rivelato da documenti trafugati

Mondo

di Nina Deutsch
I documenti evidenziano comunicazioni tra Yahya Sinwar, leader di Hamas, e figure di spicco in Iran e Hezbollah, mirate a coordinare un attacco su più fronti con il sostegno di forze filo-iraniane. Il Centro di informazione sull’Intelligence e il terrorismo Meir Amit, noto anche come ITIC, è un gruppo di ricerca con sede in Israele e ha stretti legami con le Forze di difesa israeliane.

 

Immaginate un mosaico di documenti segreti, frammenti di un piano oscuro, scoperti tra le macerie di Gaza. Questi documenti, rinvenuti dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), rivelano una strategia meticolosamente orchestrata da Hamas per infliggere un colpo devastante al cuore di Israele. Come riferisce il Centro di informazione sull’Intelligence e il terrorismo Meir Amit, emergono sempre nuovi dettagli su attacchi su larga scala pianificati da anni per una guerra totale contro lo Stato ebraico.

I documenti evidenziano comunicazioni tra Yahya Sinwar, leader di Hamas, e figure di spicco in Iran e Hezbollah, mirate a coordinare un attacco su più fronti con il sostegno di forze filo-iraniane. Il Centro di informazione sull’Intelligence e il terrorismo Meir Amit, noto anche come ITIC, è un gruppo di ricerca con sede in Israele e ha stretti legami con le Forze di difesa israeliane.

Dopo la campagna della Spada di Al-Quds (Operazione “Guardiano dei muri”) nel maggio 2021, è iniziato un cambiamento nell’approccio di Hamas, poiché ha preso forma il riconoscimento che la distruzione di Israele era diventata un obiettivo raggiungibile nel breve termine. Il cambiamento è evidente anche in una serie di dichiarazioni pubbliche dei leader di Hamas, che secondo i documenti rinvenuti, avrebbero potuto essere percepite dalla parte israeliana (ed è probabile che siano state percepite in questo modo) come false vanterie.

Yahia Sinwar

Già negli anni scorsi sono emerse notizie su queste strategie mirate alla distruzione dello Stato ebraico, ossia di carte che rivelano che Yahya Sinwar, leader di Hamas, aveva delineato tre scenari per annientare Israele, coinvolgendo Hezbollah e milizie provenienti da Iraq, Yemen e Siria. L’obiettivo era un attacco sincronizzato su più fronti, sfruttando momenti di vulnerabilità come le festività ebraiche, considerate detonatori di tensione nella regione. In una lettera del giugno 2022, Sinwar descriveva dettagliatamente questi piani, evidenziando una collaborazione strategica con le forze filo-iraniane, come riportato dal Wall Street Journal.

Un documento del luglio 2022 indica che Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, aveva approvato la strategia, sollecitando ulteriori discussioni con i vertici iraniani. Comunicazioni intercettate nell’aprile 2023 tra Sinwar e un comandante di Hezbollah confermano che Hamas percepiva l’esercito israeliano come «esausto» e incapace di rispondere con forza a un’offensiva improvvisa, secondo quanto riportato sempre dal Wall Street Journal.

Ma le ambizioni di Hamas non si fermavano qui. Come rivelato dal giornale tedesco Die Welt, il gruppo aveva pianificato attacchi su larga scala, tra cui l’occupazione di edifici governativi a Gerusalemme e grattacieli a Tel Aviv, nel tentativo di provocare un collasso interno di Israele.

Inoltre, secondo quanto rivelato da The Sun, Hamas avrebbe addirittura progettato un attacco in stile 11 settembre, con l’obiettivo di far esplodere grattacieli israeliani.

È inquietante pensare come, mentre la vita quotidiana scorreva apparentemente tranquilla, nelle ombre si tessessero trame così minacciose. Questi piani, se attuati tutti quanti, avrebbero potuto portare a una catastrofe di proporzioni inimmaginabili, con un bilancio di vittime e una destabilizzazione regionale senza precedenti.

La scoperta di questi documenti non solo getta luce sulle intenzioni di Hamas, ma sottolinea anche la fragilità degli equilibri geopolitici in Medio Oriente. Intanto, la scoperta di questi documenti non solo getta luce sulle intenzioni di Hamas, ma sottolinea anche la fragilità degli equilibri geopolitici in Medio Oriente. Mentre le tensioni restano alte, le diplomazie internazionali intensificano gli sforzi per favorire il dialogo e promuovere soluzioni sostenibili in uno scenario mondiale non solo complesso, ma del tutto nuovo, dove le dinamiche di potere sono in continua evoluzione e le sfide globali si intrecciano in modi inediti.