di Redazione
Nel cuore della prestigiosa Università di Harvard, una tempesta di polemiche ha portato alle dimissioni della 30ª presidente, Claudine Gay, prima persona di colore nonché seconda donna a ricoprire tale ruolo nei 368 anni di storia dell’ateneo. La politologa statunitense, 53 anni, ha annunciato la sua decisione il due gennaio, ponendo fine al mandato più breve nella storia dell’Ivy League americana.
Gay è la seconda dirigente a rinunciare al proprio incarico nelle ultime settimane. A dicembre, la sua collega dell’University of Pennsylvania, Elizabeth Magill, aveva già rassegnato le dimissioni in seguito a un’audizione al Congresso infiammata. Durante quell’evento, Magill, insieme a Sally Kornbluth e alla stessa Gay, sembrava approvare comportamenti di antisemitismo e minacce agli studenti ebrei in seguito all’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre. Al momento, Kornbluth mantiene ancora la sua posizione.
Durante l’audizione Gay aveva minimizzato gli episodi di antisemitismo legati all’attacco di Hamas, senza prendere una posizione netta e chiara. Le tensioni erano già emerse nelle settimane precedenti, con proteste e accuse di antisemitismo rivolte a Gay. Le polemiche si erano quindi concentrate sia sul campus, dove si erano verificate proteste, che sulle sue pubblicazioni accademiche per la mancanza di citazioni adeguate nelle sue opere.
Questo atteggiamento aveva sollevato critiche da parte di legislatori repubblicani e democratici, oltre a suscitare l’attenzione della Casa Bianca. L’accusa rivolta a Gay è stata di non aver condannato con sufficiente fermezza gli attacchi e gli appelli al genocidio degli ebrei nel campus sollevando ulteriori dubbi sulla sua idoneità al ruolo di presidente. La sua risposta ambigua «dipende dal contesto» alla domanda se «chiedere se il genocidio degli ebrei violasse le regole di Harvard», ha scatenato indignazione e una valanga di critiche culminate nella sua dimissione.
Nel suo addio, Claudine Gay ha dichiarato: «È con molta emozione ma con un grande amore per Harvard che scrivo per informarvi che mi dimetto», sottolineando di essere stata oggetto di attacchi personali e minacce razziste.
Il breve mandato di Gay verrà ora sostituito da Alan Garber, medico ed economista. Tuttavia, il retrogusto amaro di questa breve presidenza rimarrà nell’annale storico di Harvard, segnando un capitolo controverso nella lunga storia dell’ateneo.
Il Profilo di Claudine Gay: tra successi accademici e aspre polemiche
Nata il 4 agosto 1970, Claudine Gay è figlia di immigrati haitiani che si sono stabiliti negli Stati Uniti. La sua infanzia è stata divisa tra New York e l’Arabia Saudita, dove il padre lavorava come ingegnere dell’esercito statunitense.
Dopo aver frequentato prestigiosi college, si è diplomata nel 1988 e ha proseguito gli studi in economia presso l’Università di Stanford. La sua carriera accademica l’ha vista insegnare nell’ateneo specializzandosi in Scienze Politiche e assumendo successivamente ruoli nel Dipartimento di Governo e negli studi afroamericani.
Il suo nome è emerso come candidato alla presidenza di Harvard nel giugno 2022, quando il presidente in carica annunciò le dimissioni. Tra 600 candidati, Gay è stata selezionata e ha assunto l’incarico a luglio 2022.
Le sue dimissioni, seppur brevi, pongono fine a un capitolo tumultuoso nella storia di Harvard, gettando un’ombra sulla prima presidenza di una donna afroamericana e aprendo la strada a nuove sfide e cambiamenti all’interno della prestigiosa istituzione accademica.