Hezbollah insedia avamposti illegali al confine con Israele

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di Francesco Paolo La Bionda
Hezbollah, l’organizzazione terroristica libanese finanziata dall’Iran, ha insediato oltre due dozzine di avamposti illegali al confine tra Libano e Israele, in violazione degli accordi internazionali. La sua presenza all’interno della cosiddetta “Linea Blu”, il versante libanese del confine pattugliato dalla missione UNIFIL, è infatti vietata dalla risoluzione delle Nazioni Unite successiva al conflitto del 2006. Ciononostante, secondo le forze armate israeliane, i paramilitari sciiti hanno insediato numerosi avamposti nell’area e si aggirano apertamente armati e in uniforme, mentre in precedenza si camuffavano da civili.

Gilad Erdan, l’ambasciatore israeliano all’ONU, ha presentato una formale denuncia al Consiglio di Sicurezza lo scorso giugno, segnalando che “dalla costruzione di questi avamposti c’è stato un significativo aumento degli attriti e degli incidenti, provocati da agenti di Hezbollah” e che l’organizzazione terroristica “priva sistematicamente l’UNIFIL della possibilità di svolgere i suoi compiti primari, così da assicurarsi di poter continuare a rafforzare la propria presenza militare nel sud del Libano”. Questa affermazione è sostanziata da un report delle stesse Nazioni Unite dello scorso marzo, secondo cui ai militari della missione di pace viene impedito tuttora l’accesso a una serie di luoghi d’interesse tra cui gli avamposti.

Secondo i funzionari israeliani, nonostante il Libano sia alle prese con una delle peggiori crisi economiche e finanziarie della storia, Hezbollah sta diventando sempre più potente e le Forze Armate Libanesi non sono in grado di controllarlo. I recenti risultati diplomatici ottenuti dall’Iran, che ha rafforzato la propria alleanza con la Russia e ha ripreso le relazioni con l’Arabia Saudita, assieme al rientro dei combattenti prestati al regime siriano di Assad, potrebbero aver spinto l’organizzazione terroristica ad assumere una postura più aggressiva verso lo Stato ebraico.