di Angelo Pezzana
[La domanda scomoda] I media italiani danno ampio spazio ai nemici di Israele e pochissimo ai suoi difensori. Volete qualche esempio? La prova più eclatante è la reazione alla Corte Penale Internazionale, quando ha spiccato un mandato d’arresto per Netanyahu e Gallant. In un mondo normale, le testate giornalistiche, stampa e televisione, avrebbero dovuto rispondere con un coro di sdegno: come è possibile che, senza troppe indagini, un tribunale internazionale voglia l’arresto e il processo di un Premier e di un Ministro della Difesa di un paese democratico che da sempre si sta difendendo dal terrorismo?
Invece non viviamo in un mondo normale e la stampa trova che il mandato di cattura per Netanyahu sia un atto dovuto. Peggio ancora: passano in sordina le reazioni di quei paesi che hanno protestato contro la Corte, come gli stessi Usa, l’Argentina (grazie al presidente filo-israeliano Javier Milei) e mezzo Est europeo. Anche la Germania ha fatto sapere che non arresterà mai Netanyahu se dovesse entrare nel paese. Ma queste reazioni interessano ben poco ai nostri giornaloni, le testate più diffuse.
I nostri giornalisti non ci dicono mai che l’ONU è ormai dominato dalle dittature. Le democrazie sono in minoranza. Quando parla l’ONU, per i nostri media è come se parlasse “il mondo”. Non esiste neppure un dibattito di questo tipo, nessuno pone il problema se restare all’ONU (e subire) o uscire, se abolire l’ONU e creare una nuova società delle nazioni democratiche, o tenerci questo vecchio carrozzone utile solo per i dittatori. Nessuno mette in discussione la legittimità dell’ONU.
Per colpa dei media, non cogliamo quanta violenza ci sia nelle proteste pro-Palestina nelle città italiane, ormai settimanali, con aggressioni sistematiche alla polizia, ma se ne parla come di “manifestazioni” legittime. In compenso il dissenso, quello vero, viene ignorato. Boualem Sansal, grande scrittore franco-algerino (foto in alto), è in carcere in Algeria per quel che ha scritto sull’islam totalitario. Ma, a parte Giulio Meotti (sul Foglio e sulla sua Newsletter) non si vedono campagne stampa con il motto “Je suis Sansal”.
Gli omosessuali sono perseguitati e rischiano la vita in Palestina, vengono aiutati solo da Israele. Ma i difensori dei diritti Lgbt (e i media con loro) accusano solo Israele e lo boicottano. E le organizzazioni per i diritti umani che fanno? Come il Papa, sospettano solo Israele di “genocidio”. E i media rilanciano, senza dubitare, senza confutare, il rapporto di Amnesty International in cui, con prove e argomenti ridicoli, si accusa Netanyahu di genocidio a Gaza. Per fermare la guerra a Gaza basterebbe liberare gli ostaggi. Ma si preferisce credere che la guerra sia solo colpa di Netanyahu e l’abbia scatenata per fare “pulizia etnica” dei palestinesi. Ma con un’informazione così scorretta, che bisogno c’è del terrorismo? È come se noi fossimo già a Gaza.