Il cimitero ebraico di Gorizia, al momento della divisione negli anni Cinquanta della città tra Italia e l’allora Yugoslavia, rimase nella parte yugoslava, a Valdirose, a un passo dalla linea di confine ma in territorio yugoslavo, a Nova Gorica. Nel corso degli anni un casinò era nato in un edificio confinante al cimitero con tanto di insegne al neon che ne indicavano la localizzazione. Si trattava del casinò “Fortuna”, le cui finestre si affacciavano proprio sul piccolo campo ebraico nel quale si trovano ancora alcune lapidi che indicano sepolture ebraiche tra le quali quella dello scrittore goriziano Carlo Michelstaedter.
Il sindaco di Nova Gorica, Mirko Brulc, ha ora deciso con il suo Consiglio comunale che l’edificio non ospiterà più il casinò. Così il piccolo cimitero ritroverà la pace.
La decisione ha sollevato subito polemiche legate alla localizzazione scelta per la nuova sede della casa da gioco. Questa si presenterà come un mega-insediamento da parte della Mako, società che gestisce il “Fortuna”, con un casinò dotato di ristorante, bistrot e albergo a quattro stelle con sessanta camere. La nuova sede prescelta è a poche decine di metri di distanza, sulla rotonda da cui si dipartono le strade per San Pietro da una parte e Nova Gorica dallaltra arrivando dalla Casa Rossa, nellarea della Lesnina, società che si occupava di mobili in legno.
Ma gli abitanti delle tranquille villette che si affacciano su questarea non sono d’accordo. La presenza del nuovo insediamento trasformerebbe infatti la geografia di tutta l’area. La vicenda non è dunque conclusa.