Il delirio antisemita e razzista di un professore di liceo

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E’ ancora una volta Marco Pasqua di Repubblica a dare la notizia di affermazioni razziste diffuse tramite Facebook.

Questa volta si tratta di Renato Pallavidini, insegnante di storia e filosofia (in malattia fino al prossimo mese di marzo) in un liceo di Torino. Sul suo profilo Facebook qualche giorno fa ha scritto di voler giocare “al tiro a segno” con gli stranieri che spacciano sotto la sua abitazione e di voler fare “una strage in sinagoga”.

“Vicino a casa mia, a Torino, c’è una piazzetta dove stazionano ogni sera almeno 7/8 negroni che spacciano. C’è qualcuno che mi aiuta nel tiro a segno?” scrive; un “amico” gli propone di lanciare una granata, al quale risponde: “Vedo che basta gettare il sasso e le idee proliferano”.

Già allontanato dall’insegnamento nel 2007 per aver offeso la memoria delle vittime della Shoah con discorsi negazionisti, Pallavidini ora si serve del social network per tenere i contatti con alcuni dei suoi giovani ex allievi. E per diffondere idee antisemite e razziste.

Se la prende con tutti Pallavidini: omosessuali, immigrati, disabili, donne, ebrei.
Le donne del movimento “Se non ora, quando” scrive Pallavidini andrebbero “deportate in massa nei lager”. Al sindaco di Torino, Piero Fassino ha scritto invece una lettera in cui dice di non voler pagare la tassa sulla casa perchè questa viene utilizzata “per l’assistenza a negri, zingari, ecc, nonché mongoloidi e handicappati”. E aggiunge: “Applicate la politica del dott. Mengele. Le grane me le cerco, ma c’è bisogno anche di un urlo liberatore, visto che non si può usare il mitra”.

Sulla sua storia professionale e le accuse di negazionismo per cui fu sospeso dall’insegnamento, non usa mezzi termini: accusa gli ebrei e si paragona ad Hitler. “Sono insegnante di storia e filosofia in un liceo classico – ha dichiarato lo scorso agosto – e, infatti, nel 2007 gli ebrei hanno cercato di farmi fuori senza riuscirsi. Alla fine sono riusciti a farmi assegnare solo due settimane di sospensione nel 2008, poi ho fatto ricorso e l’ho vinto. Hanno dovuto reintegrarmi lo stipendio e lo scatto d’anzianità. Sono molto orgoglioso di essere una delle poche persone, dopo la morte del Führer, che è riuscita nel suo piccolo a sconfiggere gli ebrei”.

Il 29 dicembre scorso Pallavidini ha pubblicato sul suo profilo Facebook, una foto con una stretta di mano tra Mussolini e Hitler, e subito dopo si è rivolto direttamente ai gestori di Facebook scrivendo: “Avviso ai luridi bastardi ebrei che ci controllano in quella terra di merda e di froci chiamata California. Se mi togliete questa foto, vado con la mia pistola, alla sinagoga vicinissima a casa mia e stendo un po’ di parassiti ebrei che la frequentano. Vi conviene stuzzicare il can che dorme?”.