Il Parlamento francese boccia una risoluzione per definire Israele uno Stato di apartheid

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di David Fiorentini
L’Assemblea Nazionale, la camera inferiore del Parlamento francese, ha respinto 199 a 71 una mozione portata avanti da alcuni deputati di estrema sinistra per definire Israele uno Stato di apartheid.

La mozione, proposta dal deputato Jean-Paul Lecoq del Partito Comunista Francese, affermava la “necessità di una soluzione a due Stati e condannare l’istituzionalizzazione da parte dello Stato di Israele di un regime di apartheid come risultato della sua politica colonialista”.

Subito sono arrivate parole di condanna da grande parte dell’arco politico francese, in particolare dal Segretario di Stato per l’Europa Laurence Boone: “La Francia è amica di Israele. La Francia si impegna incessantemente per la sicurezza di Israele. È anche questa profonda amicizia, basata sull’attaccamento a voli comuni, che permette alla Francia di mantenere un dialogo franco con i nostri amici israeliani e di dire le cose chiaramente. Dire le cose chiaramente significa nominarle bene, e per questo non possiamo che rifiutare l’uso del termine apartheid.”

Tuttavia, il sentimento anti-israeliano d’oltralpe non è affatto isolato, nel corso degli anni è diventato un fenomeno sempre più diffuso. In particolare, in alcuni segmenti della società francese, l’avversione e la demonizzazione dello Stato ebraico sono una normalità. Tra la crescente immigrazione da determinati paesi arabi che non hanno ancora stabilito le piene relazioni diplomatiche con Israele e l’ideologia terzomondista dell’estrema sinistra, respingere una mozione come quella di Lecoq non è affatto scontato.

Proprio di recente il presidente dell’Union des étudiants juifs de France (UEJF), l’Unione degli studenti ebrei di Francia, Samuel LeJouex è stato addirittura aggredito durante una dimostrazione contro l’invito presso il prestigioso centro di studi di scienze sociali EHESS <l terrorista della FPLP Salah Hamouri.