E’ uno degli ultimi pianeti scoperti dall’occhio umano attraverso il telescopio. Ha un diametro di 17 km e si trova nell’orbita fra Marte e Giove. Questo pianeta, scoperto nel 1989 dall’astronomo belga Henri Debehogne, da qualche giorno si chiama Primolevi (scritto proprio così, come prevedono le regole della nomenclatura astronomica). La notizia è riportata dalla Stampa di domenica 4 dicembre.
L’idea di dedicare il pianeta 4545 scoperto da Debehogne a Primo Levi è venuta a Mario di Martino, astronomo dell’Osservatorio di Pino Torinese, ed è stata favorevolmente accolta dalla International Astronomical Union. La motivazione, si legge sempre su La Stampa, risiede nella biografia stessa di Levi: «Primo Levi (1919-1987), chimico e scrittore italiano, fu autore di due romanzi e di alcune raccolte di racconti, di saggi e poesie. La sua opera più nota è ” Se questo è un uomo”, testimonianza del suo periodo di prigionia nel campo di concentramento di Auschwitz».
Levi del resto, in diverse delle sue opera ha lasciato trasparire l’interesse per il cielo e le stelle. In “Notizie dal cielo”, pubblicato nella raccolta “L’altrui mestiere”, Levi intravede nell’astronomia e nella fisica delle particelle il riscatto intellettuale del Novecento: «Credo che quanto si va scoprendo sull’infinitamente grande e sull’infinitamente piccolo sia sufficiente ad assolvere questa fine di secolo e di millennio». Viene da chiedersi cosa avrebbe pensato Primo Levi di un piccolo pianeta che nell’infinito spazio, porta il suo nome e con esso il carico di storia che racchiude in sè e simboleggia.