di Redazione
Calo demografico e allontanamento degli ebrei dalla comunità ebraica sono minacce gravi per la vita futura ebraica in Italia dal 90% degli intervistati (più alto degli europei con il 65% e del 66% complessivo). E ancora, è molto sentita la mancanza di fondi necessari per fornire servizi comunitari chiave, antisemitismo e la mancanza di rinnovamento nelle organizzazioni ebraiche. Sono solo alcuni degli aspetti relativi all’Italia che emergono dalla Fourth Survey of European Jewish Community Leaders and Professionals [Quarta Inchiesta sui Dirigenti e Professionisti delle Comunità Ebraiche Europee] – 2018 elaborato dal JDC International Centre for Community Development (JDC-ICCD), l’unità di ricerca del JDC Europe, in collaborazione con la Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea CDEC di Milano. In totale 893 partecipanti da tutta Europa hanno completato il questionario.
La quarta indagine sui dirigenti e professionisti delle comunità ebraiche europee – condotta ogni tre anni dalla divisione europea di ricerca dell’American Jewish Joint Distribution Committee (JDC) e dall’International Centre for Community Development (ICCD) – offre a professionisti, dirigenti e accademici la possibilità di analizzare come i principali dirigenti delle comunità ebraiche in Europa si confrontano con attuali e nuove problematiche e tendenze nelle loro comunità e nei loro paesi. Tra queste ci sono antisemitismo, sicurezza, economia, matrimoni misti, una classificazione della loro priorità e, a seguire, le direzioni strategiche da intraprendere.
L’indagine del 2018 si svolge nel contesto europeo di profonda incertezza. Dal sondaggio si può osservare una crescente preoccupazione dei dirigenti diventati sempre più sensibili alle questioni relative all’antisemitismo, alla resilienza e alla sicurezza. Allo stesso tempo, si può anche notare l’impegno a investire nel futuro di queste comunità e una determinazione a rimanere in Europa invece di emigrare. Detto questo, gli eventi tragici spesso cambiano non solo le comunità, ma il modo in cui esse immaginano e pianificano il futuro.
In effetti, da gennaio 2015 sono emersi nuovi indicatori, aspetti e, in determinati luoghi, anche nuovi temi che stanno ridefinendo la struttura delle comunità ebraiche europee. Per la prima volta in dieci anni c’è infatti una crescente preoccupazione da parte dei dirigenti per la povertà nella loro comunità. Benché non sia la priorità, questa preoccupazione è passata dal 10% nel 2008 al 26% nel 2018. Ciò può essere attribuito all’indebolimento dei sistemi pensionistici pubblici e alla necessità di pianificare nuovi sistemi di welfare e infrastrutture in vista della fine dei fondi della Claims Conference. Inoltre, questo sondaggio è stato condotto in un momento in cui l’Europa sta affrontando la più grande crisi umanitaria degli ultimi anni ossia il flusso continuo di rifugiati e migranti. Questa situazione mette a dura prova le comunità ebraiche che devono bilanciare il loro impegno ebraico verso l’accoglienza dello “straniero” e, al contempo, garantire che le loro istituzioni rimangano protette e sicure. Questa indagine esplora anche aspetti della leadership all’interno delle comunità ebraiche, in particolare le tendenze di promettenti organizzazioni locali, un settore dell’imprenditoria sociale, fiorenti progetti gestiti da e per giovani adulti, e l’emergere di una vita ebraica informale che va oltre le istituzioni che formano le dinamiche dei diversi interlocutori.
La situazione in Italia
L’Italia è il terzo paese più rappresentato con 96 intervistati. Sulla maggior parte dei temi concernenti priorità comunitarie, minacce future e questioni interne alle comunità, gli intervistati italiani sono allineati con la media europea. Calo demografico e allontanamento degli ebrei dalla comunità ebraica sono considerate minacce gravi per la vita future ebraica in Italia dal 90% degli intervistati (più alto degli europei con il 65% e del 66% complessivo).
Altre priorità riguardano la mancanza di fondi necessari per fornire servizi comunitari chiave, antisemitismo e la mancanza di rinnovamento nelle organizzazioni ebraiche. Il 36% dei leader ebrei italiani afferma che ci siano tensioni preoccupanti tra le affiliazioni religiose all’interno della comunità ebraica, con un altro 36% che crede che le tensioni siano reali ma gestibili. A differenza del campione europeo, i risultati che riguardano i leader italiani suggeriscono che l’esistenza di problemi crea rigidità all’interno della comunità.
Per quanto riguarda la questione dei matrimoni misti, gli intervistati italiani sono piuttosto accomodanti con il 92% che ritiene che la propria comunità dovrebbe creare spazi e programmi adeguati per meglio integrare le famiglie con coppie miste. Inoltre gli intervistati italiani pensano che tutti i bambini delle coppie miste dovrebbero essere accettati nelle scuole ebraiche (86% e 90% nell’indagine complessiva). L’84% ritiene che sia fondamentale includere le famiglie miste nella comunità ebraica per la sopravvivenza della comunità stessa (rispetto all’80% dell’indagine complessiva).
I leader ebrei italiani sono molto preoccupati per l’attuale situazione finanziaria delle comunità ebraiche, e molti si aspettano un ulteriore peggioramento. Solo il 5% considera la situazione finanziaria della comunità come solida/stabile, mentre il 30% ritiene che sia difficile tuttavia gestibile. Per quanto riguarda il futuro, il 42% ritiene che la situazione peggiorerà lievemente nei prossimi 5-10 anni e il 25% che deteriorerà in maniera significativa.
Su questioni riguardanti la difesa e la sicurezza, gli intervistati italiani mostrano un alto grado di fiducia. L’89% considera sicuro o piuttosto sicuro come ebreo vivere nella propria città rispetto all’83% degli intervistati europei. Inoltre, nessuno dei leader italiani ha riferito di sentirsi insicuro nella propria città.
L’85% prevede che l’antisemitismo aumenti nei prossimi 5-10 anni (rispetto al 66% dell’indagine totale), che include un 26% che ritiene che crescerà in maniera significativa.
È interessante notare che il 94% afferma che il governo italiano risponda adeguatamente alle esigenze di sicurezza delle comunità ebraiche, un dato significativamente superiore rispetto al 73% complessivo.