A Malmö in Svezia, lo scorso novembre, il Comitato svedese per la lotta all’antisemitismo (SKMA) ha assegnato il suo primo premio per l’integrazione e l’utilizzo dei social media nella lotta contro la diffusione dell’antisemitismo. Il vincitore, per quanto sorprendente possa apparire, è un giovane musulmano di origini iraqene, Siavosh Derakhti.
Siavosh ha 21 anni e vive a Malmö insieme alla sua famiglia dai tempi della guerra del Golfo. Siavosh ha ricevuto il premio “Elsa” per aver fondato un’organizzazione dei giovani musulmani contro l’antisemitismo, e per il suo impegno nelle scuole, fra gli studenti, nel combattere il pregiudizio contro gli ebrei.
“Sono rimasto scioccato quando ho scoperto quanto fosse diffuso in Svezia l’odio per gli ebrei – dice nell’intervista telefonica a The Times of Israel; “quando ho scoperto che gli ebrei fuggono da Malmö perchè hanno paura, perchè per le strade non si sentono sicuri. I miei genitori decisero di fuggire dall’Iraq e dalla dittatura per vivere in un paese lontano dalle guerre, dalla violenza, per farci vivere in un paese democratico”. “Trovarmi qui, di nuovo, fra odio, discriminazione, razzismo, non è accettabile. Qualcosa deve essere fatto” spiega Siavosh.
La Svezia, d’altra parte, si sa, non solo è uno dei paesi europei con il più alto tasso immigrazione, ma anche quello in cui l’intolleranza verso gli stranieri, la diffusione dell’antisemitismo e dell’antisionismo hanno raggiunto punte davvero preoccupanti.
Frequentando la Malmö Latinskole, Siavosh si è reso conto non solo del pregiudizio dei compagni nei confronti degli ebrei, ma anche della loro scarsissime conoscenze sulla Shoah. E in questo, la dirigenza scolastica, secondo Siavosh ha delle responsabilità. “In 25 anni in questa scuola non è mai stato invitato a parlare un testimone. Non stupisce che fra i ragazzi sia così diffuso il negazionismo”.
Siavosh ha preso così l’iniziativa di invitare due testimoni della Shoah a parlare agli studenti della sua scuola, conducendoveli lui stesso. Non solo: ha organizzato il primo viaggio degli studenti della Malmö Latinskole al campo di Auschwitz. Un’impresa, a quanto pare, non facile. “La mia proposta non aveva ricevuto alcun sostegno, nè da parte degli insegnanti, nè della dirigenza scolastica. Non mi sono scoraggiato: ho insistito con con il dipartimento dell’istruzione di Malmö per ottenere dei finanziamenti che, alla fine sono stati offerti dalla città. A quel punto anche la dirigenza scolastica ha dovuto accogliere l’iniziativa”. Siavosh ha portato ad Auschwitz un gruppo di 27 studenti, molti dei quali musulmani, tra cui anche diversi palestinesi. “Mentre eravamo lì, racconta, molti ragazzi sono scoppiati in lacrime” racconta. “Hanno imparato molto da quell’esperienza”. Durante il viaggio Siavosh ha girato anche un piccolo documentario che ora viene proiettato nelle scuole durante le sue lezioni.
L’impegno di Siavosh nella lotta contro la discriminazione e l’antisemitismo ha ricevuto elogi e riconoscimenti da parte della comunità sia ebraica che musulmana svedesi.
Il Comitato svedese contro l’antisemitismo, a sua volta, aveva sentito parlare di Derakhi all’epoca del viaggio degli studenti ad Auschwitz. “Abbiamo seguito il suo lavoro contro l’antisemitismo e il razzismo a Malmö e siamo rimasti molto colpiti”, dice Henrik Bachner, uno dei membri del Comitato che ha fatto parte della commissione che ha assegnato il premio. “Il fatto che la sua attività si concentri sugli studenti, e che al tempo stesso partecipi al dibattito pubblico – contribuendo a far emergere i problemi seri che esistono a Malmö sul pregiudizio e l’ostilità contro gli ebrei – ha giocato un ruolo importante nella nostra decisione.” Il Comitato svedese contro l’antisemitismo continuerà a sostenere il lavoro Derakhti” dice ancora Bachner “e anzi a gennaio lo abbiamo inviato a parlare a Stoccolma, di fronte a studenti provenienti da tutta la Svezia, in un incontro organizzato dal Comitato sulla prevenzione dell’antisemitismo e il razzismo. “La nostra ambizione, ha dichiarato Bachner, è quella di trovare nuovi modi di collaborazione per il futuro”.
Il Comitato svedese contro l’antisemitismo si è costituito nel 1983, a seguito della forte ondata di antisemitismo sviluppatasi in Svezia con lo scoppio della guerra del Libano, nel 1982. E’ un’organizzazione autonoma, senza affiliazioni a partiti politici o organizzazioni religiose, ed ha per scopo principale l’educazione dei giovani al contrasto del pregiudizio e dell’antisemitismo; fornisce informazioni e materiale educativo agli insegnanti e agli studenti e organizza viaggi di studio nei luoghi della Shoah.
Il premio “Elsa” è stato voluto da Henrik Frenkel, membro del Comitato e figlio di sopravvissuti della Shoah. Elsa è il nome della prima nipote di Frenkel.