Per scoprire la Città bianca di Tel Aviv esiste oggi un nuovo spazio espositivo, il Bauhaus Museum. Inaugurato lo scorso 25 aprile, offre al visitatore la possibilità di entrare allinterno di uno dei 4.000 edifici costruiti tra gli anni Trenta e Quaranta seguendo i principi del Movimento Moderno.
Dopo il riconoscimento da parte dellUnesco nel 2003 e la mostra promossa dalla municipalità di Tel Aviv, che ha toccato anche diverse città europee, tra le quali Roma, si aggiunge così unulteriore possibilità per conoscere da vicino una delle esperienze più interessanti e originali dellarchitettura del Novecento.
Tel Aviv è di fatto un vero museo a cielo aperto di quello che Henry-Russel Hitchcock e Philip Johnson avevano definito nel 1932 Intenational Style, ma che nel linguaggio comune è più noto come stile Bauhaus.
In realtà, come racconta Nitza Metzger-Szmuk nel volume Dwelling on the dunes, solo alcuni architetti studiarono effettivamente al Bauhaus. La maggior parte dei progettisti si formarono in altre università europee, nelle quali i modelli di insegnamento della disciplina erano comunque ispirati alla scuola di Dessau.
La sede del Bauhaus Museum è stata ricavata allinterno di una Casa dabitazione al numero 21 di Bialik Street. Si tratta di un edificio realizzato nel 1932 su progetto di Salomon Gepstein, una delle personalità più originali tra gli architetti della Città bianca. Nato a Odessa nel 1882, Gepstein si era diplomato allAccademia dArte di San Pietroburgo nel 1912. Emigrato in Palestina nel 1924, accanto alla professione di architetto ha sempre svolto quella di giornalista, diventando nel 1929 redattore capo del Daily Post. Le sue opere più note risalgono alla prima metà degli anni trenta, mentre nella decade successiva si dedica soprattutto alla scrittura.
La storia della sede del nuovo museo ci racconta in maniera esemplare il destino dellarchitettura Bauhaus di Tel Aviv. Ledificio in origine ospitava sei unità abitative, trasformate nel corso degli anni Cinquanta in uffici comunali a servizio del vicino municipio. Nel 1985 è stato completamente abbandonato ed è rimasto quasi allo stato di rovina fino al 1996, anno in cui è stato acquistato da un collezionista di mobili e oggetti Bauhaus. Lamministrazione comunale accettò lidea della nuova proprietà di ricavare nelledificio la sede della raccolta privata, a patto che il piano terra avesse un uso culturale e che i volumi esterni venissero preservati.
È stato così avviato un complesso intervento di restauro che si è concluso con lapertura del Museo. I progettisti, Nahoum Cohen e Boubi Luxembourg, hanno compiuto una ricostruzione filologica delle facciate, sia per quanto riguarda limpaginato dei prospetti, sia nelluso dei materiali, come ha illustrato lo stesso Cohen nel volume Bauhaus Tel Aviv. An architectural guide, Batsford, London 2003. Negli interni è stata recuperata la scala originaria, mentre le unità abitative sono state ridotte da sei a due.
Il Museo, allestito da Daniella Luxembourg insieme a Esti Cohen, occupa lintero piano terra e lex abitazione del custode per unestensione di circa 120 metri quadri nei quali sono esposti mobili, oggetti, disegni originari di Mies Van der Rohe, Marcel Breuer, Wilhelm Wagenfeld e altri. Le ridotte dimensioni e il tipo di collezione rendono il Bauhaus Museum più simile a una galleria darte che a un vero e proprio Museo. È la stessa Luxembourg ad ammetterlo in unintervista al quotidiano Haaretz: più che un museo, si tratta di una vetrina del Bauhaus. Sono convinta che dovrebbe essere il Tel Aviv Museum of Art a dedicare maggiore spazio al periodo Bauhaus. Io credo però nelle piccole cose. In effetti, i programmi della curatrice sembrano comunque ambiziosi: il nuovo spazio espositivo si propone come sede di mostre darchitettura e potrà sfruttare la posizione centrale allinterno della Città Bianca. In Bialik Street saranno restaurati a breve altri venti edifici Bauhaus e nel corso del 2009, in occasione del centenario della fondazione della città, la vicina sede del vecchio municipio ospiterà il Museo della Storia di Tel Aviv-Jaffa.
Per una visita virtuale nella Città bianca:
http://www.white-city.co.il/english/index.htm