di Marina Gersony
Si è svolto mercoledì 22 agosto l’ennesimo episodio xenofobo e razzista nei confronti di una donna ebrea di 28 anni che stava tranquillamente passeggiando con i suoi bambini nel quartiere ebraico di Buitenveldert ad Amsterdam.
All’improvviso un uomo ha inveito contro di lei e i suoi bambini urlando che avrebbero dovuto spararli tutti chiamandoli «ebrei-cancro». L’uomo è quindi salito su un taxi e si è dileguato.
Un articolo de The Times of Israel – che a sua volta cita il quotidiano olandese Het Parool – riferisce il grave episodio sulla base della denuncia della donna il cui nome è stato omesso dai media grazie anche all’intervento della Federative Jewish Netherlands Organization.
Un testimone ha annotato la targa del taxi e l’ha consegnata alla polizia che sta indagando. Per ora non è dato sapersi se il sospetto coinvolto nell’incidente sia il tassista o il passeggero.
La Federative Jewish Netherlands Organization ha scritto su Twitter che il taxi appartiene a TCA, una delle più grandi compagnie di taxi di Amsterdam. Sempre secondo il rapporto della polizia, l’azienda sta anche indagando sull’incidente internamente.
Met toestemming van betrokkene (de Joodse dame) zijn door FJN gegevens gedeeld met en op verzoek van taxibedrijf TCA. De zaak zal ook door TCA zelf worden uitgezocht. Wordt vervolgd. https://t.co/F3PwoFlUZd
— Federatief Joods NL (@federatiefjoods) August 23, 2018
Paesi Bassi: antisemitismo in crescita
Del resto episodi simili non sono certamente nuovi in Olanda. Nel 2010, un autista della TCA, un cittadino olandese di origine turca, aveva applicato degli adesivi rossi sulla fiancata della sua Mercedes con la scritta: «Israele = Paese/Stato del terrore». È stato licenziato in seguito all’inqualificabile azione.
La discriminazione contro gli ebrei nei Paesi Bassi è quasi raddoppiata nel 2017, rappresentando il 41% di tutti gli incidenti «xenofobi». I dati, comparsi in un rapporto a cura della Procura pubblica olandese, di 144 reati penali confermati, riguardano la xenofobia gestita dalla magistratura nel 2017. I casi esaminati comprendono intimidazioni, atti di vandalismo, aggressione e incitamento all’odio o alla violenza.
Il rapporto dice che dei 144 casi esaminati, il 42% è stato diretto contro le vittime per il loro «colore della pelle, etnia e origini nazionali o etniche». Un altro 41% degli incidenti è stato «diretto contro gli ebrei» – la cui proporzione nella popolazione olandese è dello 0,2%. Un altro 7% dei 144 incidenti sono stati contro le vittime per la loro «religione o stile di vita», compresi i musulmani. La discriminazione criminale contro gli omosessuali ha rappresentato l’8% dei 144 casi.
Nel 2016, la discriminazione nei confronti degli ebrei ha rappresentato il 22% dei 163 casi confermati dalla magistratura olandese.
Oltre ai casi di 144 discriminazioni criminali ben definite, il rapporto elenca 187 casi riguardanti condanne per altri reati in cui la xenofobia non era il motivo principale, ma in cui essa comunque figurava come una circostanza aggravante. Di questi, il 9% ha coinvolto l’antisemitismo e in un altro 9% sono stati presi di mira i musulmani per la loro fede.
Degli oltre 60 casi riguardanti la discriminazione criminale diretta contro gli ebrei nel 2017, più di tre quarti erano legati al calcio. Nei Paesi Bassi, la retorica antisemita è comune durante le partite di calcio, in cui sia i sostenitori della squadra dell’Ajax di Amsterdam che i sostenitori delle squadre rivali si riferiscono all’Ajax come «ebrei».