di Nathan Greppi
Mercoledì 18 settembre la Federazione Internazionale di Judo (IJF in inglese) ha sospeso la partecipazione dell’Iran a tutte le competizioni future in reazione al fatto che la repubblica islamica ha impedito al suo judoka Saeid Mollaei (nella foto) di battersi con l’israeliano Sagi Muki.
Come ricorda il Jerusalem Post, Mollaei era dovuto scappare in Germania con il sostegno dell’IJF, dopo che alle semifinali del Campionato Mondiale di Judo fu costretto a perdere per non dover poi competere con l’israeliano.
A maggio la Federazione Iraniana di Judo aveva inviato una lettera all’IJF dicendo che, dopo anni che i suoi atleti boicottano gli israeliani, avrebbero cambiato atteggiamento per rispettare le regole anti-discriminatorie dello statuto olimpico. Tuttavia, dopo che Mollaei ha rivelato pubblicamente di essere stato costretto a perdere, l’IJF ha emanato un comunicato in cui si legge che ha emesso contro l’Iran “una sospensione protettiva da tutte le competizioni, le attività amministrative e sociali organizzate o autorizzato dalla Federazione Internazionale di Judo e dai suoi membri, a partire dal 18 settembre 2019 fino a una decisione finale del consiglio riguardo a questo caso”.
La decisione non è dovuta solo al caso Mollaei: come si legge nel comunicato dell’IJF, “Durante i Giochi Olimpici del 2004, l’attuale presidente della Federazione Iraniana di Judo, il signor Arash Miresmaeili, ha ricevuto ordine dalle autorità iraniane di ritirarsi dalle competizioni per evitare un possibile incontro con un atleta israeliano. La stessa cosa accaduta nel 2019 al Grande Slam di Parigi a Saeid Mollaei.”