di Nathan Greppi
Forte sconcerto ha causato la notizia che nella città iraniana di Hamadan, la sera di giovedì 14 maggio, qualcuno ha dato fuoco a un mausoleo di grande importanza per gli ebrei iraniani, dove si dice che siano sepolti la Regina Estèr e suo zio Mordechai (nella foto).
Come riporta il Times of Israel l’IRNA, l’agenzia di stampa di stato iraniana, ha pubblicato sul proprio sito sabato 16 un comunicato in cui veniva confermato l’incendio colposo, rimuovendolo tuttavia dal sito dopo poche ore. Nel comunicato si negava che i danni fossero ingenti.
Non sono mancate reazioni dall’estero: il Centro Simon Wiesenthal ha dichiarato che “storicamente, i musulmani hanno sempre protetto i luoghi sacri agli ebrei dalla Persia al Marocco. […] Ma tutto è cambiato sotto gli Ayatollah e il movimento terrorista che hanno generato. In anni recenti ci sono state frequenti manifestazioni antisemite davanti a un luogo di culto dove gli ebrei sono venuti a pregare pacificamente per secoli.” Altrettanto indignato è stato il presidente dell’ADL Jonathan Greenblatt, che ha dichiarato: “Ci auguriamo che le autorità portino gli autori di questo atto antisemita difronte alla giustizia, e si impegnino nel proteggere i luoghi sacri di tutte le minoranze religiose presenti in Iran.”
I precedenti
Il fatto non è avvenuto in un periodo casuale: già a febbraio un gruppo locale di militanti religiosi, noto come Basij, aveva preso di mira il sito, minacciando di trasformarlo in un consolato palestinese come reazione contro il piano di pace per il Medio Oriente proposto da Donald Trump. Nello stesso periodo, secondo l’associazione americana ARAM, che si occupa della tutela delle minoranze, esponenti delle autorità iraniane avevano fatto pressione per demolire il sito.
Il 7 febbraio Ali Malmir, capo dell’ufficio turismo della provincia di Hamadan, aveva spiegato all’IRNA che non era possibile trasformare il sito in un consolato poiché dal 2008 è riconosciuto come patrimonio storico e culturale e, in quanto tale, è protetto dalla legge iraniana. Nel 2011 le autorità avevano cercato di togliergli tale status, usando come pretesto false notizie secondo cui Israele voleva distruggere la Moschea di Al-Aqsa.
La tomba
Stando agli archivi della Biblioteca Nazionale d’Israele, la Tomba di Estèr viene citata per la prima volta da Beniamino di Tudela nel XII secolo. Ci sono due versioni della storia: la prima è che fu a Hamadan che avvennero i fatti di Purim, e la seconda che fu dove Estèr e Mordechai fuggirono dopo la morte del re, per sfuggire ai seguaci di Aman.
Secondo gli esperti la struttura attuale sarebbe stata costruita intorno al 1600. Agli inizi del ‘900, un esploratore francese trovò diversi gioielli nel soffitto del mausoleo, che donò al Louvre. Tra i gioielli vi era una corona, che secondo gli ebrei di Hamadan apparteneva alla Regina Estèr.