di Paolo Castellano
L’8 marzo un’inchiesta giornalistica sui responsabili del recente disastro ecologico sulle coste d’Israele ha svelato che a fine febbraio l’Iran avrebbe sversato deliberatamente del greggio in mare per compiere un’azione di ecoterrorismo. L’accusa arriva dall’autorevole Lloyd’s List, quotidiano londinese a diffusione internazionale specializzato nelle notizie relative alla navigazione.
Il giornale britannico conferma dunque le ricostruzioni del governo israeliano. Il 4 marzo, il ministro per l’Ambiente Gila Gamliel aveva pubblicamente incolpato il regime iraniano di aver colpito Israele con un attacco eco-terroristico. «Questo inquinamento è stato prodotto da alcune persone che pagheranno il prezzo delle loro azioni. La nostra natura è stata danneggiata, i nostri animali sono stati danneggiati, per colpa di spietati criminali ambientali», ha dichiarato il ministro.
Rispetto al governo israeliano, Lloyd’s List ha fornito ai suoi lettori dettagli precisi sulla petroliera che a fine febbraio si trovava nei pressi del litorale di Israele mentre trasportava 90mila tonnellate di greggio dall’Iran verso la Siria. Come riporta il Jerusalem Post, la localizzazione è stata tracciata anche dagli investigatori israeliani che hanno sottolineato la difficoltà di indentificare con certezza gli autori dello sversamento a causa della disattivazione del sistema di identificazione automatica (AIS).
L’inchiesta ha infatti svelato che la petroliera sia di proprietà di Emerald Marine Ltd., una società alle Isole Marshall. Il proprietario è infatti anonimo e non rintracciabile. Per di più, la nave cisterna è l’unica imbarcazione posseduta da questa società. Inoltre, Lloyd’s List ha scoperto che la petroliera aveva firmato una polizza con un’assicurazione degli Emirati Arabi Uniti, a cui si rivolgono “esclusivamente gli armatori iraniani che non possono trovare copertura altrove”.
(Foto: Times Of Israel)