di Paolo Castellano
Oltre alle renne, i geyser, le gite in kayak e l’evocativa aurora boreale, da questo mese l’Islanda avrà anche il suo primo Sefer Torah. Il nuovo rotolo si trova a Reykjavik, di preciso nel centro Chabad della città. Ebbene sì. Dopo secoli di assenza ebraica, tranne qualche parentesi durante la seconda guerra mondiale, gli islandesi ospitano una fervida comunità ebraica. I primi rappresentanti del movimento internazionale Chabad-Lubavich sono giunti nel 2018. A due anni di distanza, il piccolo gruppo di ebrei ha raggiunto un grande traguardo: l’ottenimento di un proprio Sefer Torah. Negli anni precedenti, la comunità islandese ne aveva uno in prestito. Come riporta il The Times of Israel, la pergamena è stata donata da un ebreo svizzero, Uri Krauss, che ha voluto festeggiare il suo 50esimo compleanno con una buona azione.
Il 16 febbraio i membri della comunità ebraica hanno sfilato per la via centrale di Reykjavik con il nuovo rotolo sacro sotto una chuppah, un baldacchino simile a quello utilizzato per i matrimoni. «È stato commovente osservare la pergamena mentre sfilava lungo Laugavegur», ha dichiarato Mushky Feldman, che ha fondato la comunità islandese insieme a Rav Avi due anni fa. «Finora utilizzavamo un Sefer Torah che ci era stato prestato per le letture del mattino di Shabbat». Prima della festa in strada, i rappresentanti della comunità si erano recati presso la residenza dell’ambasciatore americano in Islanda, Jeffrey Ross Gunter, anche lui ebreo. A casa del diplomatico, lo scriba ha terminato di vergare l’ultimo carattere della Torah: un procedimento durato due anni.
Un simile evento fa ben sperare per i futuri rapporti tra Israele e Islanda che attualmente non sono del tutto pacifici. Come riporta Il Foglio, nel 2015 il consiglio di Reykjavik aveva deciso di boicottare tutti i prodotti israeliani provenienti sia dagli insediamenti che dai territori interni. È stata la prima volta che un paese occidentale ha preso una simile decisione.