Israele accusato di genocidio: Il Sud Africa presenta il suo caso al tribunale della Corte di Giustizia Internazionale

Mondo

di Giovanni Panzeri
Nel corso della mattinata di Giovedì 11 gennaio la delegazione sudafricana ha esposto il suo caso alla Corte di Giustizia Internazionale, accusando Israele di commettere un genocidio sulla popolazione di Gaza, in violazione della Convenzione sul genocidio del 1948, sottoscritta da entrambi gli stati.

L’accusa portata avanti dalla delegazione si fonda su vari elementi, tra i quali: l’alto numero di vittime civili tra i palestinesi; la distruzione di gran parte delle infrastrutture civili; le restrizioni sull’approvvigionamento  di viveri, acqua, elettricità e materiali essenziali; il bombardamento di zone indicate da Israele come ‘sicure’ e il dislocamento forzato della popolazione.

“I Genocidi non vengono mai annunciati in anticipo- ha affermato l’avvocato Adila Hassim, il primo rappresentante legale del Sud Africa ad intervenire davanti al Tribunale dell’Aja- ma la corte ha avuto il beneficio di assistere per ben 13 settimane al susseguirsi di prove che (…) supportano una plausibile accusa di genocidio”.

In particolare la delegazione sudafricana si è soffermata sulle dichiarazioni di membri del governo, tra cui lo stesso Primo Ministro israeliano Netanyahu e il ministro della difesa Gallant, di membri di maggioranza della Knesset e di soldati in servizio, per provare l’intenzionalità del governo israeliano nel commettere un genocidio.

“Discorsi di natura genocida sono emersi da ogni livello dello stato Israeliano- ha dichiarato il legale sudafricano Ngcukaitobi – l’ intenzionalità di commettere un genocidio è evidente e incontrovertibile”.

L’intenzionalità, come descrive Haaretz, è un elemento cruciale nelle accuse di genocidio: per provare il suo caso davanti alla Corte il Sud Africa non dovrà semplicemente provare che le azioni d’Israele hanno causato molte vittime civili, dovrà dimostrare che sono volte a sterminare gli abitanti di Gaza in quanto tali.

Le misure provvisorie

L’udienza di giovedì rappresenta l’inizio di un processo il cui svolgimento potrebbe richiedere anni, e le cui conclusioni non avranno dunque influenza diretta sulla situazione attuale. Come descritto dal giurista Giorgio Sacerdoti in un’intervista a Riflessi Menorah, ripresa da Mosaico, “Spesso, quando gli Stati si rivolgono alla Corte, prima ancora di una sentenza definitiva nel merito, che a volte non arriva, e comunque richiede parecchio tempo per essere formulata, puntano piuttosto a ottenere provvedimenti cautelari i quali vengono adottati entro poco tempo da quando la causa è discussa”.

È dunque possibile che la Corte ordinerà ad Israele di rispettare una serie di provvedimenti provvisori, promulgati a poche settimane dalle udienze iniziali, in caso le accuse del Sud Africa vengano giudicate plausibili.

Il rispetto di questi provvedimenti sarebbe obbligatorio,  spiega ancora Sacerdoti, “come tutte le decisioni della Corte dell’Aja”, anche se la Corte è priva di potere esecutivo “salvo l’improbabile intervento del Consiglio di Sicurezza”.

In questo senso il Sud Africa ha incentrato il suo intervento sulla richiesta di una serie di provvedimenti provvisori, chiedendo in breve alla Corte dell’Aja di ordinare a Israele la cessazione immediata delle ostilità a Gaza e di qualunque atto volto “ad uccidere i Palestinesi o ad arrecare loro danni fisici o mentali” o volto ad espellerli dal territorio, a restringere l’approvvigionamento di viveri o l’accesso agli aiuti umanitari, da parte dello stato israeliano o di elementi che ricadono sotto la sua responsabilità.

Se la Corte accogliesse in toto le richieste provvisorie del Sud Africa, di fatto la continuazione del conflitto a Gaza diventerebbe illegale secondo la legge internazionale.

In ogni caso, scrive il Times of Israel, indipendentemente dal contenuto dei provvedimenti il solo fatto che la Corte dichiari plausibili le accuse dello stato sudafricano “danneggerebbe la posizione di Israele”.

“Sarebbe più difficile per gli USA e altri stati giustificare il sostegno a Israel e- continua il ToI- Se la Corte dell’Aja dichiarasse che lo stato ebraico potrebbe essere nell’atto di commettere un genocidio”.

La reazione di Israele

Il portavoce del Ministero degli Esteri Israeliano ha rigettato le accuse del Sudafrica, accusando in una dichiarazione su X lo stato africano di “essere il braccio legale di Hamas” e di aver dato vita “alla più grande dimostrazione di ipocrisia nella storia” distorcendo i fatti accaduti a Gaza e “ignorando le atrocità, gli stupri, gli omicidi e il tentativo di genocidio condotto da Hamas contro Israele” al fine di “ permettere ad Hamas di tornare a commettere crimini di guerra, contro l’umanità e stupri”.

 

(Foto: screenshot Youtube)