di Francesco Paolo La Bionda
Israele e Libano hanno raggiunto un accordo per la delimitazione dei confini marittimi. Si tratta di un avvenimento straordinario, considerando che i due paesi sono formalmente ancora in guerra e non hanno relazioni diplomatiche ufficiali. I negoziati, che si sarebbero svolti in modo intermittente per oltre un decennio, sono stati mediati dagli Stati Uniti. Non è però ancora stata fissata una data per la firma.
Le acque – e il gas – del contendere
L’accordo consentirà di risolvere la disputa tra i due paesi per sfruttamento dei giacimenti di gas sottomarini che si trovano lungo l’area di confine. Il testo non è ancora stato reso pubblico ma secondo le indiscrezioni trapelate alla stampa dovrebbe collocare il giacimento di Karish interamente sotto controllo israeliano, mentre quello di Qana sarebbe condiviso ma il suo sfruttamento sarebbe assegnato al Libano, mentre Israele verrebbe compensato dalla Total, assegnataria della licenza per l’estrazione del gas.
La soddisfazione di Israele
Il ministero degli Esteri israeliano, guidato da Yair Lapid, in una nota, ha parlato di un “successo storico”, che rafforzerà la sicurezza di Israele, farà affluire miliardi all’economia israeliana e garantirà stabilità al confine nord del Paese. Il consigliere per la sicurezza nazionale di Israele, Eyal Hulata, ha aggiunto che tutte le richieste dello Stato ebraico sono state soddisfatte e sono state apportate le correzioni richieste.
L’accordo dovrà essere ratificato dalla Corte Suprema prima e dalla Knesset poi e il governo mira a concludere il processo prima delle nuove elezioni previste il 1 novembre prossimo.
Reazioni positive anche in Libano
Anche le autorità libanesi, tra cui il vicepresidente della Camera dei Deputati libanese Elias Bou Saab, si sono dette soddisfatte del risultato. Il presidente Michel Aoun espresso la speranza che l’intesa possa essere siglata il prima possibile, sebbene in precedenza avesse avuto modo di rimarcare che l’accordo non rappresenterà una partnership tra Libano e Israele.
Il Libano versa in una grave crisi economica che ha compromesso la sua capacità di acquistare combustibili fossili per alimentare le sue centrali elettriche, un contesto che avrebbe ammorbidito le resistenze interne alla trattativa con Israele. Persino Hezbollah si era rassegnato alla necessità dell’accordo, sebbene avesse poi minacciato attentati alle piattaforme di estrazione se Gerusalemme avesse proseguito le attività senza prima aver concluso l’intesa.
Le ricadute geopolitiche
L’accordo ha implicazioni anche per la sicurezza di Israele, poiché il Libano attualmente dipende oggi fortemente dall’Iran per soddisfare il suo approvvigionamento energetico, mentre lo sfruttamento dei giacimenti di gas potrebbe consentirgli di ridurre la propria dipendenza dal regime di Teheran.