di Paolo Castellano
Il 10 novembre è stata organizzata una videoconferenza tra i leder ebrei d’Europa e il Comitato per l’immigrazione e l’assimilazione del governo d’Israele. Durante l’incontro istituzionale, i rappresentanti delle comunità ebraiche europee hanno lanciato un appello all’esecutivo di Benjamin Netanyahu, chiedendo più supporto per rivitalizzare il patrimonio religioso e culturale della Diaspora, indebolito dalla pandemia, della bassa natalità, dall’assimilazione e dall’aliyah.
Secondo i leader ebrei europei, Israele può fare di più soprattutto per contrastare l’antisemitismo e l’assimilazione. «Chiedo alla Knesset e al governo di fare tutto il possibile per aiutarci. Stiamo parlando di salvare queste comunità e le nostre prossime generazioni», ha dichiarato Pinchas Goldschmidt, ex-rabbino capo di Mosca e attuale presidente della Conferenza dei rabbini europei. Secondo gli studiosi, la popolazione ebraica ha raggiunto livelli molto bassi nell’ultimo millennio.
Lo scorso ottobre, i demografi Sergio Della Pergola della Hebrew University e L. Daniel Staetsky dell’Istituto per la ricerca sulla politica ebraica hanno pubblicato uno studio intitolato “Ebrei in Europa all’inizio del millennio – Tendenze e stime della popolazione”. L’indagine statistica ha elaborato delle stime sugli ebrei che hanno sposato un non-ebreo: il 24% nel Regno Unito, il 31% in Francia, il 46% in Germania, il 62% in Svezia e il 76% in Polonia.
Come riporta il Jerusalem Post, il calo demografico della presenza ebraica in Europa dipende anche dall’antisemitismo intensificato dalla pandemia e dalla costante attenzione dei leader ebrei locali sul sionismo e sull’aliyah, l’emigrazione in Israele.
Negli ultimi 5 anni, il numero degli immigrati europei nello Stato ebraico è raddoppiato; da 58 mila arrivi tra il 2010 e il 2014, si è raggiunta la cifra di 111 mila tra il 2015 e il 2019.
Yosef Taieb, parlamentare della Knesset e promotore dell’incontro, ha dichiarato che il governo israeliano continuerà a promuovere l’aliyah: «Noi siamo lì. Ma dobbiamo riflettere su quanto è stato detto oggi. Quindi dobbiamo lavorare su entrambi i fronti, antisemitismo e assimilazione, insieme». Riguardo ai finanziamenti per contrastare questi aspetti, Taieb ha sottolinato che Israele ha deciso di tagliare i finanziamenti.