poster ostaggi israeliani (foto ©Anna Balestrieri)

Israele-Hamas: lavori in corso per mantenere la tregua e la liberazione degli ostaggi sabato

Mondo

di Anna Balestrieri
Israele ha comunicato a Hamas, tramite i mediatori Egitto e Qatar, che l’accordo sul cessate il fuoco proseguirà solo se il gruppo terroristico rilascerà altri tre ostaggi entro sabato 15 febbraio.

La notizia, riportata dal sito Walla, segue una serie di dichiarazioni contrastanti da parte delle autorità israeliane. Martedì, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva avvertito che “se Hamas non restituirà i nostri ostaggi entro sabato a mezzogiorno, la tregua finirà”. Tuttavia, le richieste ufficiali oscillavano tra la liberazione di “9 ostaggi”, di “tutti” o di un numero imprecisato di prigionieri.

Verso una svolta nei negoziati?

Un alto funzionario israeliano ha dichiarato che “si sta lavorando intensamente con i mediatori per rimettere l’accordo in carreggiata” e che l’intesa appare meno a rischio di quanto si temeva il giorno precedente.

Secondo il quotidiano Al-Araby Al Jadeed, di proprietà del Qatar, fonti egiziane ritengono che “i colloqui stiano andando verso una svolta” dopo un incontro tra il capo dell’intelligence egiziana Hassan Rashad e una delegazione di Hamas al Cairo, guidata da Khalil al-Hayya.

Fonti diplomatiche riferiscono che alcune questioni pendenti sono state risolte grazie agli sforzi congiunti di Egitto, Qatar e dell’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff. Israele ha approvato l’ingresso nella Striscia di carburante e attrezzature mediche, ma non ha ancora dato il via libera a container abitativi e altre strutture. Se oggi, giovedì 13 febbraio, dovesse arrivare il consenso israeliano, Hamas potrebbe annunciare già domani i nomi dei tre ostaggi da rilasciare il giorno successivo.

Segnali di vita dagli ostaggi

Nel frattempo, cresce l’angoscia per i prigionieri ancora nelle mani di Hamas. Negli ultimi giorni, le famiglie di almeno dieci ostaggi hanno ricevuto prove che i loro cari sono ancora vivi, anche se in condizioni estremamente difficili, soprattutto dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani apparsi emaciati e debilitati..

Tra i prigionieri di cui sono giunti segnali di vita c’è Matan Angrest, 21 anni, soldato rapito dalla sua unità corazzata a Nahal Oz. Sua madre, Anat, ha dichiarato: “Era già gravemente ferito quando è stato rapito. Abbiamo visto il suo volto in un video di Hamas, si capisce che ha subito interrogatori molto duri.”

Situazione simile per Yosef-Haim Ohana, 24 anni, sequestrato mentre cercava di soccorrere i feriti al festival Supernova. La sua famiglia ha dichiarato di aver ricevuto “un’indicazione chiara che è ancora vivo”, ma teme per le sue condizioni, soprattutto dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani apparsi emaciati e debilitati.

Anche la famiglia di Eitan Mor, 23 anni, ha confermato di aver ricevuto segnali di vita. Mor era una guardia di sicurezza al festival musicale Supernova quando è stato rapito. I suoi genitori, membri del Tikva Forum, un gruppo più intransigente dei familiari degli ostaggi, avevano inizialmente rifiutato l’idea di uno scambio di prigionieri, chiedendo invece una soluzione militare. Tuttavia, dopo il rilascio dei tre ostaggi in condizioni critiche, hanno ammorbidito la loro posizione.

Segnali di vita sono giunti anche per Gali e Ziv Berman, 27 anni, rapiti dal loro kibbutz Kfar Aza. La loro famiglia ha dichiarato: “Prendiamo un respiro profondo, ma sappiamo nelle mani di chi sono e quanto è pericolosa la loro situazione.”

Altri ostaggi di cui si è avuta conferma della sopravvivenza includono Omri Miran, 46 anni, sequestrato nel kibbutz Nir Oz; Alon Ohel, 24 anni, la cui madre ha denunciato le condizioni inumane in cui è tenuto; Nimrod Cohen, 20 anni, visto vivo otto mesi fa ma in pessime condizioni fisiche e psicologiche; ed Eliya Cohen, 27 anni, che secondo i racconti di ostaggi rilasciati è stato incatenato per tutta la durata della sua prigionia e soffre di una ferita da proiettile non curata.

Infine, la famiglia di Elkana Bohbot, 34 anni, ha ricevuto conferma della sua sopravvivenza da un ostaggio rilasciato, che ha detto di essere stato prigioniero con lui per oltre un anno.

La pressione politica e il futuro della tregua

Mentre le famiglie degli ostaggi lottano per riportare i loro cari a casa, il governo israeliano si trova diviso sulla questione della tregua. L’ala più intransigente, rappresentata da Bezalel Smotrich e Orit Strock del partito Sionismo Religioso, ha chiesto di arrestare nuovamente i prigionieri palestinesi rilasciati se Hamas non rispetterà gli accordi. Tuttavia, i vertici della sicurezza hanno respinto questa proposta, temendo ripercussioni sugli ostaggi ancora nelle mani del gruppo terroristico.

Sul fronte diplomatico, fonti riportano progressi nei negoziati al Cairo. Hamas avrebbe accettato di rilasciare tre ostaggi sabato, ma resta da vedere se Israele concederà ulteriori aiuti umanitari in cambio.

Tregua in bilico: cautela sulla seconda fase dell’accordo

Il voltafaccia arriva dopo che Hamas aveva dichiarato di aver sospeso il rilascio degli ostaggi “fino a nuovo ordine”, accusando Israele di aver violato l’accordo impedendo l’ingresso di alcuni aiuti umanitari, tra cui tende e rifugi per la popolazione di Gaza.

Secondo Channel 13 News, Netanyahu avrebbe detto durante una riunione del governo: “Non ha senso discutere la seconda fase dell’accordo, perché al momento è solo un’ipotesi.”

La seconda fase prevede il rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita in cambio della fine delle ostilità. L’accordo complessivo, siglato il mese scorso, ha interrotto circa 15 mesi di conflitto iniziato con l’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, in cui Hamas ha ucciso circa 1.200 persone e preso in ostaggio 251 israeliani.

L’intesa prevede che Hamas rilasci tutti gli ostaggi, Israele liberi migliaia di prigionieri palestinesi – tra cui centinaia di terroristi condannati all’ergastolo per omicidi di israeliani – e che il cessate il fuoco porti a negoziati per una “calma sostenibile”, con un eventuale ritiro dell’IDF da Gaza.

(Foto ©Anna Balestrieri)