Jeremy Corbyn

Jeremy Corbyn ritorna in scena. La nuova alleanza pro-Palestinese scuote il Parlamento britannico

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di Redazione
Jeremy Corbyn, l’ex leader del partito laburista britannico e attualmente parlamentare indipendente per Islington North, torna a far parlare di sé. Questa volta, il politico settantacinquenne che sta facendo venire il mal di testa ai Labour di Starmer, sta cercando di costruire un’alleanza parlamentare con quattro altri legislatori indipendenti, tutti eletti su piattaforme pro-palestinesi.

Corbyn, l’euroscettico a singhiozzo, ha espresso il desiderio di vedere altri parlamentari unirsi a questo gruppo pro-Gaza alla Camera dei Comuni; un partito che potrebbe diventare un partito a sinistra del Labour e che rappresenta il quinto blocco più grande in Parlamento. Il gruppo avrà lo stesso numero di parlamentari di Reform UK e del Partito Democratico Unionista, che hanno ciascuno cinque parlamentari, e più del Partito Verde e del Plaid Cymru, che ne hanno quattro.

Secondo quanto riportato dai media, Corbyn e gli altri membri dell’Independent Alliance – Shockat Adam, Ayoub Khan, Adnan Hussain e Iqbal Mohamed – stanno lavorando insieme per promuovere un embargo sulle armi a Israele. E non è certo la prima volta che l’ex Labour manifesta pubblicamente le sue posizioni, fino ad arrivare, secondo alcuni suoi avversari, a preferire perfino un leader conservatore piuttosto che un laburista moderato.

Non è certo una novità che l’antisemitismo ha visto dopo il 7 ottobre “la peggiore ondata di episodi dalla fine della Seconda guerra mondiale”, secondo il Rapporto 2023 sull’antisemitismo dell’Anti defamation league (Adl). E, tra i Paesi con più “incidenti antisemiti” rispetto al 2022, figurano Usa, Francia, Gb, Australia, Italia, Brasile e Messico. In Gran Bretagna la situazione è stata esacerbata da una tendenza da parte di alcuni membri di base, funzionari del partito e persino parlamentari a cadere in immagini e temi antisemiti.

Quest’ultima mossa rappresenta un nuovo capitolo nella carriera di Corbyn, che sta cercando di allargare la sua influenza oltre la sua base attuale, sollecitando altri parlamentari a unirsi a questa causa e promettendo di intensificare gli sforzi per ottenere l’embargo.

Nel 2020, Corbyn ha subito una sospensione dal Partito Laburista, un evento che ha segnato un punto di svolta nella sua carriera politica. Le polemiche emerse da un’indagine sull’antisemitismo durante il suo mandato hanno fatto tremare le fondamenta del partito, e il suo successore, Keir Starmer, ha dovuto affrontare una missione ardua: liberare il Labour dalle accuse di estremismo e razzismo che gravavano su di lui. Starmer ha cercato di riportare il partito verso una linea più moderata, più accettabile per un elettorato ampio e variegato.

Ma, nonostante l’espulsione e la pressione per abbandonare la scena, Corbyn non è sparito. Anzi, ha sfidato le aspettative e ha vinto le elezioni come indipendente nel suo collegio di Islington, una vittoria sorprendente che dimostra quanto sia radicata la sua influenza a livello locale.

Adesso, con la sua nuova alleanza in fase di formazione, Corbyn sta cercando di reinventare la propria carriera politica. Sebbene non sia più nel Labour, è deciso a rimanere una voce significativa nel dibattito politico. La sua iniziativa, mentre Starmer tenta di spostare il Labour verso il centro, potrebbe scuotere il Parlamento, in particolare sulle questioni di politica estera.

La nuova coalizione che Corbyn sta cercando di costruire non è solo un tentativo di riacquisire influenza; potrebbe diventare un vero e proprio elemento di disturbo nel panorama politico britannico. Con la possibilità di influenzare le future alleanze e le politiche, Corbyn potrebbe costringere il Partito Laburista a confrontarsi con una forza politica inaspettata e rilevante.