di Paolo Castellano
Il 24 luglio, il Comitato esecutivo dell’International Judo Federation (IJF) ha annunciato di aver sospeso temporaneamente il judoka algerino Fethi Nourine e il suo allenatore Amar Benikhlef per aver abbandonato i Giochi olimpici di Tokyo 2020 per non affrontare un atleta israeliano al secondo turno dei combattimenti di judo.
Come riporta The Times of Israel, il Comitato olimpico algerino ha ritirato il proprio accreditamento e sono previste ulteriori sanzioni.
L’IJF ha sottolineato che la condotta di Nourine sia stata “in totale opposizione alla filosofia delle Federazione Internazionale di Judo”.
«L’IJF ha una rigorosa politica contro le discriminazioni e promuove la solidarietà come suo principio chiave, rafforzata dai valori del judo».
La Federazione internazionale di judo ha poi sostenuto che la disciplina sportiva si basi “su un forte codice morale, che include rispetto e amicizia, per promuovere la solidarietà”.
Oggi, l’algerino Nourine avrebbe dovuto affrontate il sudanese Mohamed Abdalrasool nel suo primo incontro, con la possibilità di poter incontrare al secondo turno l’israeliano Tohar Butbul nella categoria maschile dei 73 kg.
Tuttavia, è scoppiato un nuovo caso diplomatico olimpico perché anche il judoka sudanese ha scelto di ritirarsi dai Giochi olimpici in corso, prima del match previsto contro l’israeliano Butbul. Non è ancora noto il motivo.
Giovedì scorso, il judoka algerino aveva invece rilasciato un’intervista a una televisione algerina in cui ha affermato che il suo gesto faccia parte del sostegno politico alla causa palestinese.
«Abbiamo lavorato molto per raggiungere le Olimpiadi… ma la causa palestinese è più grande di tutto questo», aveva dichiarato Nourine.