La Francia aggiorna le sue linee guida per la lotta all’antisemitismo

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di David Fiorentini
Il Primo Ministro francese Elisabeth Borne ha presentato il nuovo piano triennale per la lotta al razzismo, all’antisemitismo e all’antiziganismo. Il documento contiene oltre 80 misure definite da un sforzo trasversale di 12 ministeri e circa 35 organizzazioni non governative.

Secondo i dati del Governo transalpino, ogni anno in Francia almeno 1,2 milioni di persone subiscono discriminazioni di natura razzista o antisemita.

La prima volta che una strategia così volta è stata adottata fu nel 2015, da allora è aggiornata ogni tre anni, per introdurre nuove tecniche comunicative e focalizzare maggiormente l’attenzione verso le tematiche più attuali. Oltre alle aggiunte di carattere educativo, infatti, la legge francese sarà adattata per rendere le accuse di gravi reati antisemiti o razzisti sufficienti a impedire ai sospettati di fuggire dal Paese.

Le linee guida del piano sono state messe a punto dalla Delegazione interministeriale per la lotta contro il razzismo e l’antisemitismo, o DILCRAH, con la consulenza dell’American Jewish Committee (AJC).

“La DILCRAH riconosce da tempo che l’antisemitismo mette in pericolo tutta la società francese, non solo gli ebrei. È essenziale che il Governo abbia una solida strategia per affrontare l’antisemitismo in tutte le sue forme”, ha dichiarato a JTA Anne Sophie-Sebban, direttore dell’AJC di Parigi. “È significativo come, per la prima volta, il piano includa la raccomandazione dell’AJC di creare indicatori di misurazione del funzionamento di ogni componente del piano strategico del Governo”.

Entrando più nel merito del documento infatti, le misure possono essere catalogate in 5 aree d’azione principali: il monitoraggio degli episodi di razzismo e antisemitismo, la definizione più precisa delle realtà dell’odio, l’ampliamento della didattica scolastica e della formazione degli impiegati statali, l’inasprimento delle pene e l’implementazione di un percorso di sostegno per le vittime.

Sarà anche facilitato l’allestimento di un maggior numero di mostre itineranti per consentire la partecipazione di un numero maggiore di scuole, in particolare nelle province in cui sono presenti pochi siti commemorativi. Inoltre, gli studenti potranno facilmente visitare musei e mostre anche in autonomia, grazie a uno speciale “Pass Cultura”.

Una strategia che arriva con un tempismo fondamentale, visto l’avvicinarsi della fiaccola dei Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. Tutti i volontari e gli “educatori sportivi”, a partire da coloro che si interfacceranno con i minori, potranno contare su una formazione specifica per affrontare la discriminazione e per promuovere il dialogo e lo scambio interculturale.