di Roberto Zadik
Secondo i recenti aggiornamenti, la Francia, coi suoi quasi 27, 000 morti e il suo mondo ebraico, con 1.300 decessi sono assieme all’Italia fra i Paesi europei maggiormente colpiti dal Covid-19. Ma in che modo sta vivendo la comunità parigina questi difficili mesi e quali le motivazioni di una tale espansione del virus?
A questa complicata ma stimolante domanda sembra rispondere un articolo uscito sul Times of Israel mercoledì 13 maggio. Le testimonianze sono quelle del Rabbino Moshe Taieb officiante della popolare sinagoga di Neuilly Sur Seine (nella foto), sobborgo parigino densamente popolato di ebrei sefarditi nordafricani, dove come ha raccontato fino a pochi mesi fa si riuniva un certo numero di fedeli. Fino a metà marzo c’erano addirittura tre minianim per Schachrit, oltre dieci persone per le preghiere mattutine. Ma da Purim tutto è cambiato e nell’edificio caratteristico in stile Bauhaus anni ’30, come sottolinea l’articolo, ormai la sala vuota recintata da nastri di plexiglass è lo scenario che si presenta a chiunque entri dentro la sala di preghiera.
Come ricorda l’articolo non solo la Francia assieme all’Italia sarebbe fra i Paesi più bersagliati dal Coronavirus ma la cifra dei 1.300 morti su un totale di 500.000 ebrei presenti nel Paese, secondo Chevra Kadisha, servizio funebre comunitario locale, potrebbe essere ben più elevata. Dati inquietanti ma quali sono le ragioni di una tale diffusione del virus? Secondo Rav Taieb “il calore umano, le frequenti manifestazioni fisiche affettive di abbracci e contatti fra persone e la vita sociale e famigliare così intensa” potrebbero aver facilitato la diffusione della malattia. Ma ci sarebbero anche altri fattori. Ad esempio secondo Gil Taieb vicepresidente del CRIF (Consiglio rappresentativo delle Istituzioni Ebraiche) il virus si diffonderebbe tanto rapidamente perché “molti ebrei locali svolgono professioni mediche e si trovano in situazioni difficili, spesso prima di trovare protezioni adeguate contro la malattia”.
Secondo il Rabbino Bruno Fiszon, Rabbino Capo della Comunità di Metz, la metà dei macellai kasher si sono infettati col virus e questo ha creato una piccola crisi che però come ha specificato il Rav al sito Actualité Juive è stata risolta. Sembra che epicentro del virus sia stata la festa di Purim dove centinaia di persone si siano riunite e una serie di personalità ebraiche importanti sono mancate da allora. Fra questi il Times of Israel cita il rabbino Chabad Andre Touboul, 64enne che ha diretto una delle scuole ebraiche più prestigiose del Paese, Claude Barouch, morto 72enne presidente dell’Unione degli uomini d’affari ebrei (UPJF) rappresentante dei rapporti economici franco-israeliani e uno dei regolari frequentatori della comunità di Neuilly. “Una serie di perdite tremende che hanno lasciato un terribile vuoto,” come ha sottolineato Taieb.