A 70 anni dal Novemberpogrom.
Una definizione ironicamente bella, Reichkristallnacht, la Notte dei Cristalli del Reich, coniata dalla perversa ma crudelmente poetica fantasia nazista per definire il culmine di quelli che da anni sono invece chiamati più correttamente Novemberpogrom, le violente manifestazioni antisemite accadute in Germania tra il 7 e il 13 novembre 1938, prima fase evidente di quella persecuzione che, iniziata nel 1933, si sarebbe successivamente trasformata nella Shoah.
Scatenata con l’apparente giustificazione di vendicare l’attentato al diplomatico tedesco Ernst Von Rath, avvenuto a Parigi da parte del giovanissimo Herschel Gruenspan, il cui movente politico o personale non è stato mai chiarito, ma mossa in realtà da un appello indiretto di Joseph Gebbels, la violenza della Notte dei Cristalli causò la distruzione di 1200 tra sinagoghe e luoghi di culto, di oltre 7000 negozi, il saccheggio di migliaia di abitazioni, la morte di un centinaio di persone e la deportazione di altre 30mila.
Per commemorare le vittime del terrore nazista, e per rafforzarne la memoria nella Germania riunificata, dove gli episodi di xenofobia e antisemitismo purtroppo non appartengono solo al passato, oltre alla cerimonia svoltasi domenica a Berlino in presenza del cancelliere Angela Merkel e di Charlotte Knobloch, presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi e sopravvissuta all’Olocausto, la Nuova Sinagoga di Berlino ha allestita la mostra Al Fuocos!, un percorso storico/espositivo di documenti e fotografie dell’epoca unite alla testimonianze in viva voce di chi ha vissuto personalmente la tragedia.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 1° marzo nella Nuova Sinagoga della Oranienburgerstrafle, anch’essa data alle fiamme nel 1938 ma, grazie all’azione dell’agente di polizia Wilhelm Kruetzfeld, tra le rarissime trasgressioni all’ordine nazista di non intervenire, ne fu impedita la completa distruzione.