di Anna Lesnevskaya
Alla fine l’arma del boicottaggio si è ritorta contro Brussels Airlines. La compagnia aerea belga ha dovuto fare marcia indietro sulla decisione di non servire più a bordo del volo per Tel Aviv la halvà prodotta dalla fabbrica di Achva in Cisgiordania. La decisione è arrivata dopo che la pagina Facebook della compagnia è stata inondata dai messaggi di passeggeri che rinunciavano a volare con Brussels Airlines, dando vita a una vera e propria compagna di contro-boicottaggio diventata virale.
Anche gli sforzi dei diplomatici israeliani che si sono adoperati in Belgio e in Germania (Brussels Airlines fa parte del gruppo Lufthansa) sono serviti a far cambiare idea alla compagnia. “Achva rimane uno dei nostri fornitori fidati, senza distinzioni legate all’origine del prodotto”, ha fatto sapere Brussels Airlines in una lettera inviata il 29 agosto a Simona Frenkel, ambasciatrice di Israele a Bruxelles. La compagnia ha detto che “continuerà ad accettare i prodotti di Achva” sui suoi voli, “soprattutto tenuto conto del suo ruolo positivo nella comunità”.
La halvà del discordia viene prodotta all’interno di uno stabilimento nel parco industriale di Barkan, in Cisgiordania. “Palestinesi, arabi israeliani, ebrei, samaritani e coloni, tutti lavorano qui”, – è stato il commento del proprietario della fabbrica, Yaakov Malach, quando aveva appreso l’iniziale decisione di boicottare il suo prodotto. “La pace arriva dai posti dove le persone lavorano fianco a fianco. Qua si tratta di vera coesistenza”, ha aggiunto.
La vicenda è nata circa un mese fa, quando un attivista del Palestine Solidarity Movement (PSM) ha “avvistato” la halvà a bordo di un volo per Tel Aviv e l’ha denunciata alla compagnia, dicendo che si trattava di un prodotto di insediamenti sui territori occupati. “Il ministero degli Esteri belga deve intervenire e monitorare per assicurarsi che non ci sia commercio con le compagnie situate negli insediamenti”, si diceva in una dichiarazione pubblicata da PSM.
Brussels Airlines si è affrettata quindi a rimuovere il dessert dal menù. “In quanto compagnia che eroga servizi a una platea internazionale, piena di persone con ampio raggio di background e culture, è nostra responsabilità quella di presentare i prodotti che saranno amichevoli a tutti, ed è per questo che abbiamo deciso di cambiare i dessert”, annunciava la compagnia.
La decisione ha provocato una raffica di commenti indignati sulla pagina Facebook della compagnia. Tantissimi utenti condannavano la posizione presa da Brussels Airlines, chiamando a boicottare a questo punto la compagnia stessa. “Pensate piuttosto ad essere una parte della soluzione e non il problema, incoraggiando maggiore comunicazione tra le due parti”, – ha scritto una utente, rivolgendosi alla compagnia. – E non cercate di isolare una delle parti”.
La compagnia ha deciso quindi di ritornare sui propri passi. “La decisione di ritirare questo prodotto, che era etichettato correttamente, non era giusta, perché non era politicamente neutrale, – ha detto il 29 agosto al quotidiano belga La Libre Belgique, il portavoce di Brussels Airlines. – Noi vorremo mantenere la neutralità. In futuro accetteremo prodotti provenienti da questo produttore e originari di questa regione”.