di David Fiorentini
Il Parlamento della Lettonia ha approvato una legge per la restituzione dei beni materiali sequestrati durante la Shoah alla comunità ebraica del Paese.
Nonostante la Lettonia fosse succube delle superpotenze europee, è stato ritenuto “etico e giusto se lo Stato, in buona fede, rimborsasse la comunità ebraica lettone”.
“Era un obbligo morale – ha dichiarato Martiņs Bondars, il Presidente della Commissione Bilancio – Solo un Paese che è in grado di affrontare il suo passato ha un futuro”.
Sulla base di un calcolo del valore attuale dei beni immobiliari registrati nel 1940, il governo lettone ha stimato un ammontare di 47 milioni di euro. Tuttavia, la distruzione di alcuni degli immobili o l’assenza di eredi (in Lettonia furono sterminati oltre 75000 ebrei su 95000) ha reso le pratiche di risarcimento molto più complesse.
Per di più, molte delle proprietà confiscate sono diventate di dominio pubblico, prima dell’URSS e poi dell’odierna repubblica baltica, complicando ulteriormente l’iter di restituzione.
La Lettonia, infatti, ha già restituito la maggior parte delle proprietà private che sono state reclamate dai legittimi proprietari o dai loro eredi. Sono le proprietà statali che sono rimaste congelate tra numerosi intoppi burocratici.
Finalmente adesso, grazie alla nuova legge, la procedura si sbloccherà nel 2023 e finirà entro la fine del 2032. Tuttavia, non potendo risalire a singoli individui, le risorse saranno destinate all’assistenza ai sopravvissuti dell’Olocausto al di fuori della Lettonia, oltre che al ripristino e alla conservazione del patrimonio culturale e storico dell’ebraismo lettone.
“Questa legge non può riportare indietro una comunità o una sinagoga distrutta – ha affermato Gideon Taylor, il Presidente della World Jewish Restitution Organization, al Jerusalem Post – Ma ciò che può fare è constatare ciò che è successo, e questo è il motivo per cui è importante.”
Grande soddisfazione anche da parte degli enti ebraici locali, a partire dal Presidente del Consiglio delle Comunità ebraiche lettoni Arkady Sukharenko: “Finalizzare questo processo dimostra che, anche 77 anni dopo la fine dell’Olocausto, non è mai troppo tardi per la giustizia.”
(Nella foto il Parlamento della Lettonia)