Dopo la manifestazione anti-nazista svoltasi a Budapest domenica 2 dicembre, l’ECJC ( European Council of Jewish Communities) ha inviato il proprio messaggio di solidarietà alle comunità ebraiche ungheresi con la loro lotta in difesa dei loro diritti come ebrei e come cittadini di fronte alle prese di posizione ed azioni antisemite del partito Jobbik.
Qui di seguito la lettera inviata alla MAZSIHISZ – Federazione delle Comunità Ebraiche in Ungheria e al presidente del Board of Trustees delle MAZSOK.
Dear Friend,
I am writing on behalf of ECJC, the European Council of Jewish Communities to express our absolute solidarity with your community in your struggle to defend your rights as Jews and as Hungarian citizens in the face of the anti-Semitic acts of the Jobbik party.
The whole ECJC stands together with you and the whole of Hungarian Jewry in your fight to live freely and normally as Hungarian citizens, being proud of the rich heritage Jewish personalities brought and continue to bring to Hungary.
Wishing you strength, solidarity and success in your vital cause, please let us know if there is anything we can do.
Representing European Jewish Communities from all across the continent,
Sincerely,
Evan Zohav Lazar, President
European Council of Jewish Communities
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Secondo i media ungheresi le persone che domenica sono scese in piazza a Budapest erano più di diecimila. Tutte unite a gridare in coro “Jobbik vattene!”.
Una manifestazione a cui hanno partecipato cittadini ma anche parlamentari di tutti gli schieramenti democratici del Parlamento ungherese, per protestare contro la proposta di schedare gli ebrei in Ungheria, avanzata settimana scorsa da Marton Gyongyosi, del partito di estrema destra Jobbik.
Una schedatura che secondo Gyongyosi servirebbe a “valutare … quante persone di origine ebraica ci sono in Ungheria, e in particolare nel Parlamento e nel governo ungherese, poichè rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale”.
Gyongyosi ha poi inviato le sue scuse “ai nostri compatrioti ebrei”, ma ha anche aggiunto che l’Ungheria deve diffidare di “Israele sionista e di coloro che gli sono fedeli e lo servno dall’Ungheria”.
Alla manifestazione di piazza, organizzata dalla comunità ebraica insieme alle istituzioni civili, è intervenuto Antal Rogan, capo gruppo parlamentare del partito di governo Fidesz, dicendo che “in questa situazione non si può stare tranquilli” e che “L’Ungheria difende i suoi cittadini.” Rogan ha ricordato inoltre che un terzo degli ebrei vittime dei nazisti furono ungheresi.
Attila Mesterhazy, rappresentante del partito socialista all’opposizione ha dichiarato che il suo partito boicotterà la commissione esteri del Parlamente sino a quando Gyongyosi rimarrà come vice presidente. Mesterhazy ha inoltre invitato il primo ministro Viktor Orban ad affrontare questa questione in Parlamento, già a partire da questa settimana.
In risposta alla protesta, il presidente dello Jobbik, Gabor Vona, ha detto che la manifestazione è stata parte di una “campagna di menzogne, indotta artificialmente” allo scopo di distogliere l’attenzione dai problemi economici dell’Ungheria. Secondo Vona i gruppi che hanno partecipato alla manifestazione lo hanno fatto con l’intento di “distruggere” Jobbik.
Secondo quanto riferito a the Times of Israel da Efraim Zuroff, direttore del Simon Wiesenthal Center, si è trattato invece “della più grande manifestazione di piazza mai avvenuta in Ungheria dalla instaurazione della democrazia, e il più grande colpo inferto allo Jobbik dalla sua nascita”.