L Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza e cooperazione europea) ha organizzato a Cordoba un convegno su antisemitismo e altre forme di intolleranza.
Che i fatti contino più delle parole non è in questo caso una frase fatta, dato che gli impegni solennemente assunti nella dichiarazione di Berlino, cioè durante ledizione precedente del 2004, devono ancora essere realizzati, dicono fonti ufficiali ebraiche: Siamo stanchi di belle parole, dice Betty Ehrenberg, direttore per gli affari internazionali e comunitari presso lUnione Ortodossa. Vogliamo che i paesi facciano passi concreti
Attuazione è infatti la parola dordine fra le organizzazioni ebraiche non governative.
Durante il convegno di Berlino, da parte dei paesi partecipanti vennero infatti presi impegni per perfezionare il proprio sistema legislativo per meglio combattere i reati dodio e promuovere scambi a livello accademico e programmi educativi, compresi studi sullOlocausto.
I 55 membri dellOcse si impegnarono anche a raccogliere dati su antisemitismo e reati dodio nei loro paesi e si accordarono per riportare i dati relativi a queste tendenze allUfficio per le Istituzioni Democratiche e Diritti Umani dellOcse, che ha il compito di monitorare forme di antisemitismo con la collaborazione dei 55 paesi membri dellOcse. Infine, il dipartimento Diritti Umani si accordò per raccogliere e mettere insieme le procedure che avevano prodotto i risultati migliori in questo campo da parte di gruppi locali non governativi.
Ma se da un lato fu rilevante la condanna dellantisemitismo da parte del Convegno di Berlino, molti di questi impegni devono ancora essere messi in atto. Si tratta di risultati positivi, ma non sufficienti se si fermassero qui. Ed è questo ciò di cui ci si lamenta.
Una rassicurazione autorevole sulla serietà degli intenti dellorganizzazione è stata fatta da un eminente rappresentante del presidente dellOcse, Gert Weisskirchen, che ha una storia personale nella politica tedesca essendo il portavoce per la politica estera dei socialdemocratici al Bundestag. Egli in quanto funzionario dellOcse ha dichiarato che sue priorità assolute sono luniformazione del monitoraggio dellantisemitismo – data la diversità dei sistemi nei vari paesi dEuropa – ossia cosa sta realmente accadendo, qual è la vera realtà, quali tipi di violenza si debbono fronteggiare. Inoltre lincremento degli studi sullOlocausto e la lotta a quella sorta di fanatismo che pervade i servizi giornalistici quando si parla di Israele.
E stupefacente la mancanza di conOcsenza sullOlocausto che Weisskirchen ha rilevato in Europa, e per ovviare a questo sta esaminando nuovi programmi educativi da introdurre nelle scuole. Si tratta di nuove forme di curriculum per insegnanti in modo da prepararli meglio a presentare limmagine di cosa accadde veramente negli anni 40 in Europa e a una miglior comprensione degli eventi.
Per quanto riguarda i servizi offerti dai media sulla situazione mediorientale, è ovvio che da parte dei governi non si possono imporre delle direttive, ma se ad esempio parlando del conflitto israelo-palestinese si critica il governo israeliano in una forma non appropriata, come si esempio quando si paragona lesercito israeliano a quello nazista, ciò può portare a una nuova forma di antisemitismo.
Alcuni paesi lavorano meglio di altri, i dati raccolti sono di diverso tipo. Noi cerchiamo di elaborare un criterio.
Scopo del convegno era quello di analizzare lo stato di attuazione degli impegni dellOcse nel campo della tolleranza e non-discriminazione e lattuazione operativa a livello nazionale in tutta larea Ocse. Ciò è quanto afferma Simona Drenik, funzionaria della missione permanente della Slovenia presso lOcse, Slovenia che ha ora la presidenza di turno dellOrganizzazione.
Il Convegno toccherà anche temi come la concreta attuazione di progetti nellambito della raccolta dati; monitoraggio; legislazione; applicazione della legge; informazione sullantisemitismo e Olocausto; i media; la diffusione dei sistemi più idonei per combattere la propaganda razzista, xenofoba e antisemita su internet, nonché il rafforzamento del dialogo interreligioso e interculturale.
Fino a questanno, lOcse ha trattato le questioni dellantisemitismo e di altre forme di intolleranza in convegni separati: nel 2003 entrambi ebbero luogo a Vienna. Lanno scorso quello sullintolleranza si tenne a Bruxelles e quello sullantisemitismo a Berlino. Questanno entrambi gli argomenti verranno affrontati in un unico convegno.
Alcuni osservatori ebrei hanno espresso la preoccupazione che la fusione delle due conferenze possa riflettere lapproccio olistico, ossia globale, degli europei occidentali nellaffrontare il tema dellintolleranza. Infatti anche se le nazioni dellEuropa occidentale sono disposte a considerare lantisemitismo come un fenomeno a sé, distinto da altre forme di intolleranza, preferiscono tuttavia trattarlo congiuntamente ad altre tipologie di odio. E ciò potrebbe essere un ostacolo allattuazione di ogni decisione, dicono.
Non ci sta bene se questo modo di affrontare largomento vuole evitare di riconOcsere lunicità del fenomeno dellantisemitismo, dice Andrew Baker, direttore degli affari ebraici presso lAmerican Jewish Committee. Ma se invece vogliamo trattare questo tema in parallelo con altre forme di razzismo, xenofobia e intolleranza, allora è meno disturbante.
La rappresentante dellAnti-Defamation League, Stacey Burdett, ha detto di sperare che il convegno si concentri sul problema dellantisemitismo. Infatti si tratta di un problema con storia e manifestazioni uniche, e si è visto come in passato aver mancato di metterlo a fuoco ha fatto sì che a livello operativo non lo si affrontasse nella maniera adeguata.
Secondo altri osservatori, non tutti i paesi membri Ocse fuori della Ue possiedono gli strumenti per monitorare i reati dodio, e nei paesi dellEuropa dellEst non si fa in genere distinzione fra reati dodio e altra criminalità. Inoltre, sembra poi che per il rilevamento dei dati su questo tipo di crimini alcuni governi europei facciano riferimento al Centro di monitoraggio su razzismo e xenofobia, unagenzia che ha sede a Vienna – che ha dipendenti a contratto in loco in nazioni della Ue per raccogliere informazioni invece di raccoglierli essi stessi di prima mano.
Tuttavia stando a Baker sono stati fatti dei progressi. Lo scorso dicembre, vennero nominati rappresentanti speciali per antisemitismo, islamofobia e cristianofobia in rappresentanza del presidente dellOcse che attualmente è il Ministro degli esteri sloveno Dimitrij Rupel per esercitare pressioni sui governi Ocse per mettere in atto la dichiarazione di Berlino.
Inoltre, sempre secondo Baker, lufficio per i diritti umani dellOcse ha creato ununità di tolleranza finalizzata allantisemitismo e sta ora finanziando un programma pilota nel quale agenti preposti a far rispettare la legge addestrino altro personale per fronteggiare i reati dodio. Fino a ora vi partecipano Spagna e Ungheria, dei cui risultati verrà dato rapporto a Cordoba.
Da parte sua, Israele ha espresso disappunto per il ruolo di modesta entità offerto. Ma dal Ministero degli esteri israeliano si fa sapere che la questione sarà appianata, anche se non è ancora chiaro se la conferenza vedrà la partecipazione del ministro Silvan Shalom.