di David Fiorentini
Il Parlamento rumeno ha istituito una giornata nazionale di amicizia e solidarietà con lo Stato di Israele. La mozione, passata con una maggioranza di 241 voti a 3, sceglie il 14 maggio, giorno dell’indipendenza dello Stato ebraico, per celebrare le relazioni bilaterali tra i due paesi.
Per l’occasione, le missioni diplomatiche israeliane in Romania, così come le autorità governative nazionali e locali, organizzeranno eventi per festeggiare la giornata e approfondire la conoscenza reciproca.
“La legge che abbiamo promulgato creerà un ottimo quadro per lo sviluppo e il rafforzamento dei nostri rapporti con Israele e per il dinamismo particolare della cooperazione tra i nostri due paesi e promuoverà i valori comuni che condividiamo”, ha dichiarato il presidente del Parlamento rumeno, Alfred Robert Simonis. “Si dice comunemente che la vera amicizia si misuri nei momenti più difficili e quindi ora più che mai, questo tipo di iniziativa è necessaria”, ha aggiunto.
“L’adozione di questa legge con una schiacciante maggioranza è la prova del legame profondo e autentico tra Israele e la Romania”, ha commentato con soddisfazione il presidente della Knesset, Amir Ohana. “Il fluido passaggio di questa legge sia nel Senato rumeno che nella Camera dei Deputati dimostra la profondità e l’autenticità del nostro legame bilaterale, in corso fin dal primo giorno dell’Indipendenza di Israele il 14 maggio 1948. La vostra amicizia è indispensabile”, ha concluso.
Un traguardo veramente impressionante, se si pensa alla storia recente del paese est europeo, che durante il Secondo Conflitto Mondiale intraprese azioni violente e genocidiarie nei confronti della popolazione ebraica.
“La storiografia recente ha documentato come l’attuazione pratica del genocidio ebraico rumeno è avvenuta grazie a una serie di leggi e atti promulgati dall’Esecutivo. L’omicidio sistematico di centinaia di migliaia di ebrei fu eseguito materialmente da soldati, ufficiali e cittadini romeni sulla base di una presunta legalità dell’eliminazione sistematica della comunità ebraica”, spiega Daniela Franceschi a L’Informale.
A partire dal 1940, con il favore di un antisemitismo latente molto diffuso, “il regime di Antonescu introdusse un’ulteriore serie di leggi antiebraiche, con lo scopo di rimuovere gli ebrei rumeni dall’economia e dall’apparato statale per “rumenizzare” entrambi i settori. Queste misure furono accompagnate da una campagna pubblica di istigazione antiebraica: negozi e abitazioni furono saccheggiati, gli ebrei furono picchiati e umiliati, e ci furono anche decine di morti.”
Da allora, lo Stato rumeno ha profondamente cambiato la propria posizione, diventando addirittura, secondo le parole di Ohana, “uno stato modello d’Europa”.
“Azioni come questa legge – insieme a visite di solidarietà, la proiezione parlamentare delle immagini del 7 ottobre e il taglio dei fondi all’UNRWA – sono particolarmente significative.”