di Ilaria Ester Ramazzotti
Il governo di Bratislava si è scusato ufficialmente per le leggi antisemite di ispirazione nazista varate il 9 settembre del 1941 dall’allora Cecoslovacchia. In occasione della ricorrenza degli ottant’anni dal Codice ebraico, come è denominata una delle legislazioni antiebraiche più dure adottate in Europa nella seconda guerra mondiale, il consiglio dei ministri della Slovacchia ha emesso un comunicato di scuse in cui sottolinea che “sente oggi l’obbligo morale di esprimere pubblicamente il rammarico per i crimini commessi dall’allora potere statale”. La notizia è riportata dal Times of Israel.
In particolare, si legge su Buongiorno Slovacchia, il governo si scusa “per avere adottato il 9 settembre 1941 un regolamento vergognoso che limitava i diritti umani e le libertà fondamentali dei cittadini di origine ebraica”. “In occasione del triste ottantesimo anniversario – prosegue – interroghiamo le nostre coscienze per i crimini commessi contro i nostri concittadini, culminati nelle deportazioni nei campi di sterminio”.
La presidente della Repubblica Slovacca Zuzana Čaputová ha postato sempre lo scorso 9 settembre un messaggio e un video sul suo profilo Facebook, con i quali commemora e condanna la promulgazione del Codice ebraico, promulgato sull’esempio delle leggi razziali di Norimberga: «Ora sappiamo che è stato un passo verso le deportazioni nei campi di concentramento, iniziate pochi mesi dopo», sottolinea la presidente, come riporta ancora Buongiorno Slovacchia. «L’entità delle perdite umane che si sono verificate in questo modo è documentata da diversi monumenti, tra cui le pietre d’inciampo, o stolperstein, che in più di settanta indirizzi in Slovacchia e in molti altri luoghi in tutta Europa ricordano i luoghi in cui le persone uccise durante l’Olocausto vivevano o lavoravano. Ci ricordano le loro storie di ingiustizia e sofferenza inimmaginabili».