di Ilaria Ester Ramazzotti
“Nella seduta del 4 giugno 2021 il Consiglio federale [della Svizzera] ha adottato un rapporto sui possibili campi d’applicazione della definizione operativa di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA)”. Con queste parole l’organo esecutivo del governo della Confederazione Svizzera, la più alta autorità del Paese, ha reso noto di aver adottato la definizione di antisemitismo dell’IHRA. La Svizzera è così la 36esima nazione ad aver compiuto questo passo.
“La definizione può essere utile come guida complementare per l’identificazione degli episodi di antisemitismo nel quadro delle molteplici misure di lotta all’antisemitismo in atto nel nostro Paese – prosegue il comunicato del Consiglio federale svizzero -. Inequivocabilmente contrario a qualsiasi forma di antisemitismo, il Consiglio federale riconosce il valore e l’importanza pratica della definizione operativa di antisemitismo dell’IHRA, che ritiene utile come guida complementare per l’identificazione degli episodi di antisemitismo e come base per la formulazione di definizioni specifiche destinate a determinati aspetti o scopi”.
L’adozione della definizione dell’IHRA è stata preceduta dalla presentazione al Consiglio di un rapporto redatto da un gruppo di lavoro diretto dal Dipartimento federale dell’interno, di cui facevano parte anche rappresentanti del Dipartimento federale degli affari esteri e del Dipartimento federale di giustizia e polizia e altri esperti. Elaborato in adempimento del postulato del consigliere agli Stati Paul Rechsteiner, è fondato su due lavori di ricerca: un’analisi giuridica della definizione operativa dell’IHRA e una valutazione delle misure contro l’antisemitismo adottate da Confederazione, Cantoni e Comuni.
Nel documento, il “Consiglio federale esprime apprezzamento per il pluriennale e molteplice impegno nazionale e internazionale della Svizzera contro l’antisemitismo. Il rapporto raccomanda al Servizio per la lotta al razzismo e alla Commissione federale contro il razzismo di attuare, nel quadro dei rispettivi mandati, una serie di misure, per esempio il miglioramento del coordinamento e del dialogo tra i diversi livelli istituzionali e la promozione della pianificazione strategica”.